L’Assemblea Generale dell’Onu ha adottato una risoluzione che condanna chiaramente i “cosiddetti referendum illegali” e la “tentata annessione illegale” da parte della Russia di quattro regioni dell’Ucraina. La mossa del Cremlino è stata ritenuta “non valida ai sensi del diritto internazionale”. I Paesi che hanno votato a favore sono stati 143, cinque i contrari e 35 gli astenuti. Tra questi ultimi spiccano Cina e India. I “no” sono invece arrivati da Russia, Bielorussia, Siria, Nicaragua e Corea del Nord. Per il via libera della risoluzione serviva la maggioranza dei due terzi dei Paesi votanti (le astensioni non contano). Il documento ribadisce la dichiarazione del segretario generale, il quale ha spiegato che “la Carta Onu è chiara: qualsiasi annessione del territorio di uno stato da parte di un altro stato risultante dalla minaccia o dall’uso della forza e’ una violazione dei principi della Carta e del diritto internazionale”. La risoluzione riafferma inoltre l’impegno degli Stati per la sovranità, l’indipendenza e l’integrità territoriale dell’Ucraina all’interno dei suoi confini internazionalmente riconosciuti. Il 2 marzo, l’Assemblea Generale aveva votato con 141 “sì” per condannare l’invasione russa del 24 febbraio. Anche allora, solo quattro Paesi (Bielorussia, Eritrea, Corea del Nord e Siria) avevano votato allineati alla Russia contro la risoluzione. E anche in quel caso 35 nazioni si erano astenute. Oltre a Pechino e Nuova Delhi, il fronte degli astenuti sulla risoluzione Onu comprende anche una nutrita schiera di Paesi: Pakistan Algeria, Armenia, Bolivia, Burundi, Repubblica Centrafricana, Cuba, Eritrea, Etiopia, Eswatini, Guinea, Honduras, Kazakistan, Mozambico, Namibia, Laos Kyrgyzstan, Sud Africa, Sud Sudan, Sri Lanka, Sudan, Thailandia, Timor Leste, Tajikistan, Uganda, Tanzania, Uzbekistan, Vietnam, Zimbabwe.