venerdì, Novembre 1, 2024

Milano, operato al Niguarda il calciatore Pablo Marì ferito ieri a coltellate dal folle ad Assago

Il difensore del Monza Pablo Marì, dopo aver passato la notte all’ospedale Niguarda di Milano, ha subito oggi un piccolo intervento chirurgico per ridurre il danno muscolare provocato dalla coltellata alla schiena ricevuta nel supermercato Carrefour del centro commerciale Milanofiori di Assago. Grazie all’altezza del giocatore (193 centimetri) e alla sua massa muscolare, l’arma non ha leso organi vitali. Gli specialisti della chirurgia generale-trauma team dell’ospedale hanno effettuato la ricostruzione di due muscoli lesionati. “L’intervento è andato bene, spiegano i sanitari e si prevede un ricovero ospedaliero di due o tre giorni – spiega il comunicato ufficiale diffuso dal Niguarda – Dopo le dimissioni, il calciatore potrà iniziare un percorso di riabilitazione. Questo tipo di lesioni muscolari, sottolineano, richiede di norma due mesi di riposo prima di poter riprendere le attività fisiche. Al fianco del giocatore il vicepresidente vicario e amministratore delegato del Monza, Adriano Galliani. “Temo che ce ne vogliano prima che vada in campo almeno tre mesi. Devo tornare ad allenarsi tra due mesi in modo progressivo. Quindi diciamo che serviranno tre mesi per vederlo giocare”, ha detto Galliani all’uscita dell’ospedale. “Il giocatore dorme è stato operato in anestesia totale. Se non avesse avuto questi muscoli forti sulla schiena il coltello probabilmente gli forava tutto. Lo ha aiutato essere atleta ed avere i muscoli forti”, ha aggiunto Galliani. “Erano andati a sfare la spesa perché era previsto che arrivassero i parenti. Vai a fare la spesa e trovi un matto, lui si è salvato, ma una persona è morta e altri sono messi male”, ha aggiunto Galliani. “La squadra è sotto choc e abbiamo chiesto il rinvio della partita”, prevista per lunedì 31 ottobre contro il Bologna, ora vediamo cosa succede”, ha detto ancora Galliani. “La richiesta è stata già mandata alla Lega calcio ora vediamo cosa succede. Alla squadra piangevano tutti, volevano venire qui e li abbiamo fermati perché non si poteva entrare. Se giocheremo lunedì? Non lo so, abbiamo chiesto di non giocare. Abbiamo uno spogliatoio coeso, unito, sono tutti amici”.
Redazione
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