sabato, Novembre 22, 2025

Enterovirus E-11, allerta dell’Oms: quali sono i sintomi nei bambini

Dopo la segnalazione della Francia, il 5 maggio, sui 9 casi di enterovirus E-11 nei bambini registrati nel Paese dal luglio 2022 all’aprile 2023 in 4 ospedali di 3 regioni, di cui sono deceduti sette neonati mentre altri due restano ricoverati, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato un alert riguardo alla malattia. L’Echovirus-11 (E-11) è un tipo di enterovirus ed è associato all’aumento dei casi di sepsi neonatale con compromissione epatica e insufficienza multiorgano.”L’attuale incremento dell’incidenza e della gravità” dell’infezione “nei neonati, associata a un lignaggio ricombinante di E-11 che in precedenza non era stato rilevato in Francia, è considerato insolito – spiega l’Oms – a causa del deterioramento estremamente rapido e del tasso di mortalità associato tra i bambini colpiti”. “Sulla base delle limitate informazioni disponibili”, l’Oms valuta come “basso il rischio di salute pubblica per la popolazione generale, nonostante la natura preoccupante dell’aumento” riportato. Come spiega all’Adnkronos il direttore di Malattie invettive dell’ospedale San Martino di Genova, il problema dell’enterovirus E-11 “è che non colpisce solo l’intestino,ma è in grado di colpire tanti organi, dal fegato al rene”. Tra i sintomi dell’E-11 ci sono febbre, in alcuni casi un rush che si estende dalla faccia fino al collo, a volte anche fino al torace. E poi, se la situazione si aggrava, sepsi, epatite, miocardite, polmonite e meningoencefalite. Il contagio nei neonati può avvenire per via oro-fecale, l’esposizione al sangue materno nel periodo intrapartum o il contatto con operatori sanitari contagiosi, anche asintomatici. La malattia provoca un’insufficienza multiorgano e può avere manifestazioni sistemiche gravi che si vedono soprattutto nei neonati. Sempre all’Adnkronos, Massimo Andreoni, direttore scientifico Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), evidenzia che periodicamente si sono registrare microepidemie, anche in Italia, che però si autolimitano e non si diffondono in modo ulteriore. Andreoni segnala che si tratta d’infezioni enterofecali, quindi l’attenzione deve essere focalizzata sull’igiene: fare attenzione a quello che si mangia, lavarsi le mani, assicurarsi della sicurezza dell’acqua che si beve. “Ma, ripeto, nessun allarme perché sono microepidemie, che tendono a non dilagare troppo e la numerosità dei casi è contenuta”, ha evidenziato lo specialista. Anche Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università Statale di Milano, all’Adnkronos ha affermato di ritenere che ”il rischio complessivo di sanità pubblica per questo enterovirus” sia “molto limitato” pur nella gravità dei casi descritti “e nella necessità di fare attenzione e di sorvegliare”. L’esperto invita a cogliere “anche l’aspetto positivo” di avvisi come questo, così come quello diffuso dall’Oms nelle scorse settimane e relativo a un rialzo di miocarditi gravi (2 decessi su 15 casi) nei lattanti in Uk, sempre associate a degli enterovirus. Una buona notizia arriva però dal sistema di monitoraggio di questi nemici invisibili, un approccio “che per certi versi – osserva Pregliasco – è anche un po’ figlio della lezione appresa con Covid: una riorganizzazione e un potenziamento dei sistemi di sorveglianza epidemiologica, di individuazione e di segnalazione di situazioni anomale, in un’ottica proattiva” di guardia alta e preparazione.

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