venerdì, Novembre 21, 2025

E’ stato il premier più a lungo a Palazzo Chigi

Ogni storia, anche la più incredibile, ha una fine. E il momento in cui tutto finisce va raccontato. Le celebrazioni e le condanne vanno lasciate ad apologeti e detrattori. A noi giornalisti spetta il dovere di limitarsi alla cronaca, anche nel caso delle storie incredibili. Quella di Silvio Berlusconi, senza ombra di dubbio, lo è stata. Soprattutto perché è stato il presidente del Consiglio più longevo della storia repubblicana (3339 giorni al potere). Più di Andreotti, De Gasperi, Moro, Craxi (a cui si ispirò fin dalla sua “discesa in campo”). Ma è stato, allo stesso tempo, anche il politico più controverso, più osteggiato, più criticato, più discusso. E, da metà degli italiani, più amato. Silvio Berlusconi, il Cavaliere per antonomasia, si è spento oggi XXX. Una vita, la sua, impossibile da racchiudere in giudizi definitivi, elencando le tante imprese – politiche e non – di cui si è reso protagonista. I problemi di salute, che hanno cominciato ad affaticarlo molti anni fa, sono sempre stati il contrappunto di continue rinascite, di inattese resurrezioni. Di sistematici ritorni. Il tumore alla prostata, i bypass, l’uveite, il Covid, la polmonite, la leucemia: Silvio Berlusconi ha combattuto molte battaglie. Forse, le più difficili sono state proprio quelle contro la malattia, il decadimento fisico, il tempo che passa inesorabile e fa invecchiare. E avvicina sempre di più alla morte; che alla fine, anche per lui, è sopraggiunta oggi. Chi lo ha sostenuto, votato, elogiato; chi ha condiviso la sua azione politica, i suoi progetti di governo del Paese; chi ha creduto alle sue promesse, chi si è identificato nel “miracolo italiano” che aveva assicurato fondando Forza Italia, ora piange l’uomo di governo, lo statista, il protagonista indiscusso di trent’anni di storia nazionale, non solo politica. Chi invece lo ha criticato, chi non ha mai messo una croce sul simbolo di FI e sul suo nome nel segreto dell’urna, ora forse potrà riflettere su come si è evoluta la sua figura di dominus della scena politica italiana per almeno due decenni. Una figura, la sua, di certo divisiva: impossibile restare indifferenti ai tanti volti che nel corso del tempo ha offerto a elettori e cittadini. O lo si amava o lo si odiava. Soprattutto nel pieno della stagione del Berlusconismo, termine entrato nei vocabolari e nelle enciclopedie per indicare una fase della storia d’Italia, dove politica, spirito del tempo, atteggiamenti, cultura e tanto altro ancora si sono mescolati insieme. Insomma, il Berlusconismo come epoca di governo. Anzi, dei suoi governi, delle sue vittorie e delle sue cadute. Indimenticabili, le feroci le battaglie con le opposizioni, dentro e fuori le aule parlamentari: sulla giustizia, sul falso in bilancio, sul sistema radiotelevisivo, sulla scuola, sulle migrazioni, sulla riforma costituzionale (bocciata dal referendum del 2006).

Articoli correlati

Ultimi articoli