
Slitta a settembre l’accordo tra governo e Stellantis per la produzione di un milione di auto sul territorio nazionale. È quanto emerge al termine dell’incontro tra il ministro del Made in Italy, Adolfo Urso, e l’azienda. Se per Stellantis quello intrapreso è un percorso che ha portato a un “dialogo costruttivo” ed è auspicabile “un cammino anche con le parti sociali”, per i sindacati è stato un “confronto duro” con il governo, ed è necessario non procrastinare ulteriormente il confronto per poter avere un chiaro piano industriali per i poli produttivi. Secondo fonti sindacali, il tavolo riaprirà il 30 agosto con l’obiettivo di arrivare a un piano condiviso entro il 10 settembre e quindi a un accordo di programma entro fine anno: è stato lo stesso ministro Urso a illustrare le tempistiche in vista dell’accordo con il gruppo Stellantis per il rilancio della produzione di automobili in Italia. E proprio su questo obiettivo un portavoce di Stellantis Italia ha ribadito “il forte impegno dell’azienda nei confronti del Paese e conferma di avere instaurato con il ministero delle Imprese e del Made in Italy un dialogo dinamico e costruttivo. Insieme stiamo cercando di creare le condizioni per mantenere il ruolo di leader dell’Italia al centro della strategia di Stellantis”. E dopo la pausa estiva “siamo pronti a proseguire un cammino, anche con le parti sociali e le organizzazioni di categoria, che si basa su un processo chiaro e su una visione condivisa sul percorso da seguire”. L’azienda si dice però fortemente convinta della necessità “di costruire insieme un progetto globale per l’Italia che tenga conto di diversi fattori come le previsioni di mercato, l’accessibilità economica delle auto per i clienti italiani, l’impatto di normative come l’Euro 7 e gli incentivi per mantenere la competitività nazionale come il costo dell’approvvigionamento energetico e le agevolazioni per l’acquisto delle vetture”. Meno concilianti sono invece i toni dei sindacati, che in una nota congiunta di Maurizio Landini (Cgil) e Michele De Palma (Fiom-Cgil) parlano di “un confronto duro tra Cgil-Fiom e il governo sul proseguo del confronto”. Nel loro comunicato, i sindacati spiegano che “il punto, non più procrastinabile, è se c’è la trattativa vera tra sindacati, Stellantis e Mimit per il raggiungimento di un accordo quadro per il rilancio della produzione di auto in Italia e la garanzia occupazionale nella ricerca, sviluppo e produzione in ogni singolo impianto, oppure no. Il ministro ha dichiarato che sarebbe Stellantis a non volere i sindacati al tavolo del governo: su questo punto interverremo verso l’azienda per ottenere una trattativa vera”. Landini e De Palma chiedono quindi certezze, chiedendo “un accordo quadro sul piano industriale, che garantisca l’occupazione attuale in tutti gli stabilimenti di produzione di componenti e assemblaggio, e nei centri di ricerca e sviluppo”. E per Melfi chiedono “un chiaro piano industriale” che garantisca “la tenuta occupazionale a garanzia non solo dello stabilimento ma di tutto l’indotto”. L’obiettivo, conclude la nota, deve essere quello di tornare a produrre un milione di auto e 300mila veicoli commerciali leggeri attraverso la realizzazione di un piano che determini il rilancio di tutti gli impianti e gli enti centrali esistenti nel nostro Paese.






