
Sul Patto di stabilità serve un nuovo accordo altrimenti “c’è il rischio che a gennaio tornino le vecchie regole e questo comporta un effetto molto complesso” per l’Italia. Lo ha detto il ministro degli Affari europei, il Sud, le Politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto. In ogni caso, ha spiegato, un aiuto all’Italia potrà venire dalla flessibilità nell’uso dei fondi europei ottenuta dal governo nel Consiglio europeo di giugno.
“Flessibilità può essere soluzione”
“La flessibilità può essere una soluzione nell’immediato anche per spendere in modo più adeguato le grandi risorse di fronte a cui ci troviamo”, sia del Pnrr che dei fondi di coesione, ha spiegato il ministro. Parlando al meeting di Rimini, Fitto ha quindi criticato “le scelte che sono state fatte” negli anni scorsi. “Basta vedere l’aumento della spesa corrente in questi anni per comprendere come una situazione di drammatica crisi poteva essere usata meglio dal punto di vista degli investimenti”, ha detto.
“Il Pnrr è un’occasione ma sono 150 miliardi a debito”
In merito al Pnrr, invece, Fitto è convinto che rappresenti “un’opportunità per l’Italia, un’occasione su cui lavorare in modo serio. Ricordo però che complessivamente parliamo di oltre 150 miliardi di euro che sono a debito, che prendiamo a debito. Pertanto dobbiamo avere un supplemento di attenzione, perché sono risorse che impegnano le future generazioni”. “Ucraina, Moldova, Georgia e i Paesi dei Balcani hanno lo status di candidati ma, ipotizzare da oggi per i prossimi anni un’Europa così grande, non comporta solamente il lanciare il cuore oltre l’ostacolo ma anche una riflessione: le nozze non si fanno con i fichi secchi. Che capacità finanziaria e che modello immaginiamo noi per costruire questa dimensione?”. Così il ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto, nel corso di un convegno al Meeting di Rimini. “Sono tematiche – avverte – che vanno messe di fronte alle scelte da mettere in campo perché, diversamente, rischiamo di aprire una riflessione più generale senza poi avere la capacità i mezzi e le strutture per poterla realizzare”. Poco prima, nel corso di un videomessaggio inviato in apertura del convegno, la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, aveva auspicato quanto prima l’avvio del negoziato per l’ingresso Ucraina nella Ue.






