giovedì, Novembre 20, 2025

Consiglio dei ministri, il governo delibera lo stato d’emergenza per le alluvioni maggio-agosto

Con l’ultimo Cdm il governo ha decretato lo stato di emergenza per 12 mesi, per gli eventi meteorologici che si sono verificati tra maggio e agosto. Decisiva la relazione del ministro per la Protezione civile Nello Musumeci. Sono stati stanziati 9.430.000 per la Lombardia, 8.330.000 per il Veneto, 7.750.000 per il Friuli-Venezia Giulia, 4.5 milioni per l’alluvione in Emilia-Romagna. Dichiarata l’emergenza anche per i territori delle province di Teramo, Pescara e Chieti in Abruzzo, Cuneo in Piemonte, Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna e Forlì-Cesena in Emilia-Romagna. Stanziati 4.12 milioni per le province di Teramo, Pescara e Chieti, 650mila euro per la provincia di Cuneo. “Non possiamo permetterci sprechi, stiamo pagando in maniera pesante il disastro del Superbonus 110% e invito Giorgetti a illustrarci i numeri di questa tragedia contabile che pesa sulle spalle di tutti gli italiani. Nel complesso dei bonus edilizi introdotti dal Governo Conte 2, compreso il bonus facciate, i documenti dell’Agenzia dell’Entrate ci dicono esserci più di 12 miliardi di irregolarità. Alla faccia di chi accusa il centrodestra di essere ‘amico’ di evasori e truffatori. Grazie a norme scritte malissimo si è consentita la più grande truffa ai danni dello Stato”, ha sottolineato il premier. “L’Italia sta subendo una pressione migratoria come non si vedeva da molti anni a questa parte, anche a seguito degli avvenimenti, recenti e meno recenti, nel Sahel, con quantità di arrivi imponenti. È difficile spiegare all’opinione pubblica quello a cui assiste e lo capisco bene. I dati dicono che c’è un forte aumento rispetto all’anno precedente anche se, leggendo attentamente questi numeri, si assiste a un rallentamento dell’aumento dei flussi migratori”, ha spiegato Giorgia Meloni aggiungendo che “la direzione intrapresa dal governo è quella giusta”. Il premier ha parlato anche della riforma costituzionale. “Questo deve essere anche l’anno delle grandi riforme, a partire dalla riforma costituzionale, sulla quale il ministro Casellati è pronta con una proposta che centra i due obiettivi che ci prefiggiamo: dare stabilità ai governi e far decidere ai cittadini chi debba governare. Sarà uno dei primi provvedimenti che vareremo, ma ci sono anche il completamento dell’autonomia differenziata, la riforma della giustizia, la delega fiscale che dobbiamo portare a compimento”. Le risorse sono “poche”, ha detto il premier e dipenderà, secondo il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, anche dall’andamento del negoziato a livello europeo sul nuovo Patto di stabilità. Per fare cassa, ha aggiunto, non è esclusa la strada delle privatizzazioni, sollecitata da Forza Italia, perché “potrebbero esserci partecipazioni da cui è necessario disinvestire”.
Dovrà anche essere “l’anno delle grandi riforme”, ha aggiunto il premier, citando l’autonomia differenziata, la giustizia e la delega fiscale.
La legge di bilancio entrerà nel vivo dopo la riunione di maggioranza in programma il 6 settembre. Ma già il presidente del Consiglio ha voluto chiarire le direttive da seguire all’insegna della prudenza. Deve essere, ha aggiunto, una Manovra “seria, per supportare la crescita, aiutare le fasce pù deboli, dare slancio a chi produce e mettere soldi in tasca a famiglie e imprese”. Ma deve anche essere politica: “Dobbiamo consolidare la direzione del taglio del cuneo, un provvedimento concreto che arriva ogni mese nella busta paga”, e degli interventi a favore della famiglia, con l’obiettivo di contrastare la denatalità.
La priorità non è più il caro-energia: “Gli sgravi – ha detto Giorgetti – torneranno di attualità nella misura in cui i prezzi di gas e elettricità lo consiglieranno”. Lo scenario sarà più chiaro quando fra un mese l’esecutivo varerà la Nadef. Palazzo Chigi e Mef stanno esaminando i desiderata dei vari ministeri, che complessivamente supererebbero i 40 miliardi, ben oltre i 30 miliardi, la cifra attorno a cui potrebbe aggirarsi il monte risorse complessivo.

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