giovedì, Dicembre 4, 2025

Brandizzo, dopo la morte dei dipendenti sui binari, Sigifer chiede cassa integrazione per 80 operai

Dopo la strage di Brandizzo e l’iscrizione nel registro degli indagati dei vertici della Sigifer, la società di Borgovercelli per cui lavoravano gli operai travolti sui binari a Brandizzo, arrivano le prime drammatiche ripercussioni. L’azienda ha comunicato alle organizzazioni sindacali di settore il pagamento della retribuzione di agosto e la richiesta della cassa integrazione per 13 settimane.  Durante l’assemblea dei lavori della ditta, sottolineano i sindacati, sono emerse preoccupazioni e timori tra gli addetti dopo la sospensione a tempo non definito della Si.Gi.Fer tra le aziende accreditate da Rfi (Rete ferroviaria italiana). “La linea condivisa  – sottolineano i sindacati – è stata chiara: chiedere che tutti, compresi appaltatori e subappaltatori, si prendano la responsabilità di garantire un futuro a queste persone dietro cui ci sono 79 famiglie. Rimangono forti preoccupazioni perchè senza anticipazione della cassa integrazione i lavoratori rischiano, nelle prossime settimane, di aggiungere alla sofferenza per la perdita dei propri colleghi lacrime di disperazione”. “Come sindacato – affermano Cgil, Cisl e Uil – l’impegno è di evitare che si crei un problema sociale e non disperdere le professionalità. Da oggi, con la sospensione a tempo non definito dei lavori inviata da Rfi, abbiamo 79 persone in meno a garantire la nostra sicurezza sulle linee ferroviarie”.

Il sindaco di Borgovercelli “sconcertato dallo stop di Rfi a Sifiger”

Il sindaco di Borgovercelli, dove si trova la sede della Sigifer, si dice sconcertato dalla decisione da parte di Rfi di revocare all’azienda l’appalto per la manutenzione della rete ferroviaria. “La decisione dell’amministratore delegato di Rfi di revocare l’appalto alla Sigifer senza attendere i risultati delle indagini della magistratura mi lascia sconcertato: non è per prendere le difese dell’azienda ma dei 79 lavoratori che rischiano di rimanere senza lavoro”, ha dichiarato il primo cittadino Mario Demagistri, dopo l’annuncio dato in tv dall’ad di Rfi, Gianpiero Strisciuglio, sullo stop agli appalti alla Sigifer. “Quella decisa da Rfi – afferma – è una condanna per l’azienda vercellese senza avere le risultanze della magistratura. Quella notte chi doveva dare l’autorizzazione a lavorare? Perché Massa, invece di dire ‘uscite dai binari perché il treno deve ancora passare’, ha detto ‘se dico treno andate dall’altra parte’? Però per il tecnico Rfi è stata decisa la sospensione in via cautelativa, mentre per la ditta di Borgo Vercelli c’è stata una sentenza di condanna. Chiedo a Rfi di revocare la sospensione finché non verranno accertate le responsabilità”. “Oggi – conclude Demagistri – abbiamo app e sistemi che ci dicono in tempo reale dove si trova un treno o un aereo: possibile che  la sicurezza sui binari è demandata ad una telefonata tra la centrale e un responsabile Rfi? Sul tablet di Massa ci poteva essere una app per segnalare il treno in arrivo. Possibile non ci sia un sistema per prevenire un errore umano?”.

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