
I legali di Massimo Bossetti potranno visionare per la prima volta i reperti dellʼindagine che ha portato allʼarresto e poi alla condanna allʼergastolo del loro assistito, ritenuto colpevole dellʼassassinio di Yara Gambirasio, la tredicenne di Brembate uccisa il 26 novembre 2010. Gli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini potranno visionare il materiale, senza fotografarlo, in una udienza che verrà videoregistrata, fissata per il 20 novembre davanti alla corte d’assise di Bergamo, quando saranno tolti i sigilli dagli scatoloni che contengono, tra le varie cose, anche i leggings e gli slip della ginnasta tredicenne e sui quali venne isolato il Dna inizialmente identificato ‘ignoto 1’ e poi ricondotto proprio a Bossetti. Negli scatoloni ci sono anche i campioni di questo Dna. La richiesta di visionare i reperti era stata avanzata dai difensori di Bossetti, ma i giudici di Bergamo ne avevano sempre negato l’autorizzazione. Lo scorso 19 maggio la Cassazione ha rimandato il caso a Bergamo, chiedendo il via libera alla visione. L’obbiettivo dei legali di Bossetti è quello di ottenere la revisione del processo. Ma non è una strada semplice, per analizzare i reperti gli avvocati dovranno passare da un’altra autorizzazione e per riaprire il caso serviranno nuove prove. “Bossetti è contento – ha detto il suo legale – qualsiasi notizia positiva, dopo tante negative, è una buona notizia”






