
L’omicidio di Giulia Cecchettin ha colpito molto l’opinione pubblica e l’83% degli italiani ha seguito con attenzione la vicenda. Il delitto è avvenuto pochi giorni prima della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne (che ricorreva il 25 novembre). Il 58% degli intervistati è d’accordo nel considerare il femminicidio un reato più grave dell’omicidio (6 punti percentuali in più rispetto a giugno), mentre il 36% non è d’accordo (-6% da giugno). Il genere è però rilevante rispetto a questa opinione: per il 61% delle donne è un reato più grave, mentre per il 40% degli uomini non lo è. La soluzione ritenuta più efficace per evitare il ripetersi dei femminicidi è l’insegnamento della parità di genere e dell’educazione affettiva nelle scuole (27%), ma al secondo posto rimane l’inasprimento delle pene (21%). A seguire viene indicato il rendere più semplice per le donne poter denunciare (19%) e poi potenziare la rete di centri di presidio e aiuto per le vittime. Percentuali più basse di intervistati indicano come soluzioni l’aumento di campagne di sensibilizzazione sul tema tra la popolazione e il cercare di raggiungere la parità salariale tra uomini e donne. Interessante notare che analizzando le risposte per genere, le donne indichino come prima soluzione efficace l’inasprimento delle pene (25%). Per gli uomini invece l’opzione migliore rimane l’educazione affettiva nelle scuole (indicata da quasi un uomo su tre), con l’agevolare le denunce delle donne al secondo posto (22%) e l’inasprimento delle pene solamente al terzo (17%). Tra le altre risposte si rileva invece una sostanziale parità di percentuali tra uomini e donne. In totale il 5% degli intervistati non ha saputo indicare alcuna opzione. Gli italiani si dividono sulla copertura mediatica di questi eventi: per il 45% danno una corretta importanza al problema, mentre per il 30% l’importanza attribuita è troppo ridotta. Solo per il 15% i media danno un’importanza eccessiva al fenomeno. Sono soprattutto i giovani a ritenere che i media non attribuiscano abbastanza importanza (34%). L’Italia è una società patriarcale in cui le donne sono sempre subalterne agli uomini per il 57% degli italiani. Quando si parla del ruolo della pornografia nella visione distorta della donna, il 63% degli italiani concorda (il dato è al 71% tra le donne e al 53% tra gli uomini). Solo il 14% è d’accordo con l’affermazione che i femminicidi in Italia siano talmente pochi che non si può fare nulla per ridurli, mentre l’81% è in disaccordo. La maggioranza degli italiani concorda sul non sentirsi tranquillo a camminare per strada la notte (68%). Più di un intervistato su due è d’accordo sull’affermazione che tutti gli uomini si debbano sentire in parte responsabili dei femminicidi, perché frutto di una cultura maschilista assecondata anche dagli uomini. Infine per l’83% degli italiani quando le donne denunciano un abuso sessuale devono essere credute. Per il 57% degli intervistati, l’Italia è una società patriarcale in cui le donne sono sempre subalterne agli uomini, ma si nota una spaccatura tra uomini e donne. Solamente il 27% delle donne è in disaccordo con l’affermazione, contro il 50% degli uomini. L’80% delle donne non si sente tranquilla a camminare per strada la notte (+6% rispetto a giugno), ma anche il 54% degli uomini concorda con l’affermazione. Il senso di insicurezza è più accentuato tra gli over 55 (74%) che tra i giovani (65%). La maggioranza degli italiani concorda sul fatto che tutti gli uomini si debbano sentire in parte responsabili dei femminicidi, in quanto risultato di una cultura maschilista che gli uomini assecondano. Mentre le donne concordano nettamente (65%), gli uomini sono lievemente contrari su questo punto: il 45% concorda, mentre il 51% no.






