
Per il 72% la riforma della giustizia è un tema prioritario: per il 20% è una priorità assoluta, mentre per il 52% è secondaria rispetto ad altri ambiti. È quanto emerge dal sondaggio realizzato da Quorum/YouTrend per Sky TG24. Secondo il 56%, una riforma potrebbe portare a ritorsioni sulla politica. Gli italiani si spaccano sulla possibilità che nella magistratura ci sia una corrente che vuole ostacolare il governo Meloni. Sulla valutazione dell’operato dei magistrati, il 69% è favorevole a irrigidire i controlli. Riforma della giustizia, rapporto tra magistratura e politica, valutazione dell’operato dei magistrati. Riformare il sistema giudiziario è una priorità per quasi 3 italiani su 4. Per il 56% una riforma potrebbe portare a ritorsioni sulla politica. Gli italiani si spaccano sulla possibilità che nella magistratura ci sia una corrente che voglia ostacolare il governo Meloni. Sulla valutazione dell’operato dei magistrati, il 69% è favorevole a irrigidire i controlli. Riformare il sistema giudiziario, da quanto emerge dal sondaggio, è una priorità per quasi 3 intervistati su 4. Il 72%, infatti, ritiene che la riforma della giustizia sia un tema prioritario: tuttavia, solo per il 20% è una priorità assoluta mentre per il 52% è secondaria rispetto ad altri ambiti. Per l’8%, invece, non è per nulla prioritaria. L’urgenza di questa riforma è più marcata tra gli elettori della maggioranza: per uno su tre è la questione più prioritaria di tutte (33% tra gli elettori di Fratelli d’Italia, 27% tra gli altri elettori di centrodestra). Le opposizioni, invece, la ritengono un ambito di intervento meno prioritario: a definire la riforma della giustizia un tema poco o per nulla prioritario sono il 30% tra gli elettori del Partito democratico e il 42% tra gli elettori del Movimento 5 Stelle. Gli italiani si spaccano sulla possibilità che all’interno della magistratura ci sia una corrente che si sta organizzando per ostacolare attivamente il governo Meloni: il 40% concorda con quest’affermazione, mentre il 41% è in disaccordo. Il 56% degli italiani, poi, ritiene che sia difficile riformare la giustizia perché la magistratura potrebbe attuare delle ritorsioni sul mondo della politica: un italiano su tre (32%), invece, non concorda con questa affermazione. Su entrambi i temi si nota una spaccatura nelle opinioni tra gli elettori della maggioranza e dell’opposizione. Gli elettori della maggioranza sono più inclini a concordare con entrambe le affermazioni, mentre gli elettori del Partito Democratico sono in disaccordo. Gli elettori del Movimento 5 Stelle in maggioranza sono in linea con l’opinione nazionale sul rischio di ritorsioni in seguito a una riforma della giustizia (56%), ma non pensano che una parte della magistratura si stia organizzando per ostacolare attivamente il governo (33%). Della riforma della giustizia gli italiani promuovono solo la separazione delle carriere. Tra gli elementi della riforma, infatti, questo è l’unico a raccogliere il supporto della maggioranza degli intervistati (il 65% lo approva). Al contrario, tutte le altre voci della riforma raccolgono un’approvazione generale inferiore al 50%. Alla rimodulazione del concorso esterno in associazione mafiosa si dice favorevole il 45% degli intervistati, all’inappellabilità delle sentenze di proscioglimento da parte dei pubblici ministeri il 39%. Tra gli elementi della riforma, come detto, la separazione delle carriere è l’unico a raccogliere il supporto della maggioranza degli italiani: il 65% lo approva. Un supporto che è trasversale tra tutti gli elettori: sono favorevoli il 60% degli elettori Pd, il 68% degli elettori M5S, l’81% degli elettori di FdI e il 78% degli altri elettori di centrodestra. Riguardo al giudizio sulla riforma della giustizia, gli elettori si dividono. Il giudizio positivo supera il 70% tra gli elettori della maggioranza, mentre rimane negativo tra gli elettori delle opposizioni. La approvano complessivamente il 24% degli elettori Pd e il 35% degli elettori del M5S.






