martedì, Aprile 30, 2024

ROMA, USURA ED ESTORSIONE: SEQUESTRO DI BENI DA 50 MLN DI EURO NELL’ OPERAZIONE “PORTA D’ORO” (video)

Le indagini patrimoniali sono state avviate nell’aprile 2014 e hanno consentito di confermare le evidenze investigative acquisite in precedenza riguardo alle condotte illecite e alla pericolosità dei due soggetti in questione. Il primo colombiano, formalmente residente all’estero ma di fatto domiciliato in Italia, era già noto alla Polizia Tributaria di Roma, l’altro risulta già gravato dagli anni ’70 da numerosi pregiudizi di polizia dall’estorsione, all’usura, alla ricettazione, alle lesioni personali, alla bancarotta fraudolenta. Le investigazioni hanno permesso di ricostruire la rete degli interessi commerciali dei proposti e l’entità del patrimonio loro riconducibile, costituito in prevalenza da immobili ubicati a Roma, da società cosiddette “esterovestite” e da un rapporto finanziario acceso in una banca svizzera. In tale contestole Fiamme Gialle capitoline hanno sviluppato approfonditi accertamenti economico-patrimoniali, riscontrando l’accumulazione di un ingente patrimonio, del tutto incongruente con i modesti redditi dichiarati. Infatti uno dei due soggetti non risulta aver mai presentato alcuna dichiarazione ai fini reddituali, pur risultando a lui riconducibile, direttamente o per il tramite di terzi, un consistente patrimonio societario, immobiliare e mobiliare. Allo stesso, inoltre, era stata già contestata dal Nucleo di Polizia Tributaria di Roma la gestione delle citate società “esterovestite”, dai cui conti correnti venivano attinte somme da elargire a terzi a tassi usurari.
“L’elargizione di prestiti a tasso di usura – scrive il Giudice – è risultata essere un’attività strutturata, caratterizzata dall’attingimento di provvista finanziaria da conti correnti di società estere, dall’utilizzo di contratti di finanziamento simulati, dal ricorso, se necessario, a minacce nei confronti delle vittime.” L’odierno provvedimento conferma la solidità dell’impianto accusatorio formulato dalla D.D.A., sia per quanto concerne la pericolosità sociale dei due sia in ordine alla manifesta sproporzione tra il patrimonio posseduto e la situazione reddituale, ordinando la confisca di 2 società con sede estera, 1 quota societaria con sede legale in Roma, 11 immobili a Roma, numerosi rapporti finanziari. Il tutto per il valore complessivo di circa 50 milioni di euro.

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Redazione
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