di Giuseppe Iacoviello
L’anno giudiziario si apre con gravi carenze di organico, riforme in bilico e un sistema sotto pressione, come emerge dalle cerimonie nelle 26 Corti d’Appello italiane. Tra le emergenze segnalate: deficit di magistrati, sovraffollamento carcerario, aumento dei crimini minorili e reati di genere. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio, da Brescia, ha annunciato l’obiettivo di colmare il deficit di magistrati entro il 2026. Tuttavia, da più città arriva un grido d’allarme, come da Roma, dove il presidente della Corte Giuseppe Meliadò denuncia che “molti sono i reati, ma pochi i giudici”. A Milano, Giuseppe Ondei evidenzia il rischio che gli obiettivi del PNRR vengano compromessi dalla mancanza di personale, mentre a Firenze si segnala una situazione al limite della paralisi. Oltre alla carenza di toghe, il mondo della giustizia critica il “caos legislativo” con continui cambi normativi. Il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, invoca una riforma organica, mentre a Palermo il presidente Matteo Frasca accusa: “La paura della firma è un falso problema, si temono i controlli”. Sul fronte della prescrizione, l’ANM chiede una disciplina transitoria, lamentando la mancata attenzione del Parlamento.






