“Le indagini sono in corso e riteniamo che non ci sia nessun motivo di allarme” è stata la dottoressa Sara Moneta, infettivologa al San Luca Di Lucca, a sollevare il caso per precauzione, sottolinea: “Si tratta di un uomo che lavora in Congo, in capitale, e che è rientrato in Italia il 15 novembre per un quadro febbrile per cui si è ricoverato nel nostro reparto. Non abbiamo trovato una causa specifica di questa febbre. Abbiamo escluso la malaria, abbiamo escluso la dengue”, Il paziente è un cinquantenne italiano della provincia di Lucca che ha lavorato 6 mesi in un ristorante di Kinshasa, cioè a 700km dal focolaio del nuovo virus, ora sta bene. Sia lui che i suoi contatti. Ha avuto 20 giorni di febbre senza che se ne sia scoperta la causa. La dottoressa Moneta continua: “Abbiamo diciamo stoccato dei campioni di siero nel nostro laboratorio, dei campioni anche presso la virologia di Pisa e quindi attendiamo. Domani verranno a ritirarli, attendiamo i risultati e vediamo”. L’istituto superiore di sanità li confronterà con quello che si sa del nuovo virus che ha ucciso sì 27 persone, ma in un contesto, sottolinea Moneta, di malnutrizione. I sintomi di questo signore erano simili compatibili con quelli descritti per questo nuovo virus? Risponde la dottoressa: “I sintomi in effetti sono simili, perché aveva febbre, mal di testa, aveva tosse e aveva anche anemia, quindi i sintomi sono simili, però possiamo dire che sono sintomi anche piuttosto aspecifici e li ritroviamo in molte in
Ricoverato e poi dimesso un paziente con sintomi del virus del Congo. “Indagini in corso, non vediamo motivi di allarme”






