sabato, Maggio 17, 2025

Ardea in Rete, la risposta del presidente: è in corso una diatriba con Inps

È il presidente di Ardea in Rete, Anna Maria Tarantino a chiarire la propria posizione in merito all’articolo “Ardea in Rete”, nuove pensiline in arrivo: il Comune anticipa 30mila euro. “Da più parti, mi è stato condiviso il link ad un articolo de “il clandestino giornale” dove si parla di Ardea in Rete, ricordando il buon esito del bando a cui la stessa rete di imprese ha partecipato, risultano aggiudicataria di un contributo di 100.000 euro da spendere in favore del territorio, e sottolineando quanto di buono stia facendo il Comune per superare le difficoltà che al momento impediscono l’erogazione del contributo.
Ho provato più volte a contattare la redazione per chiedere di rettificare quanto dichiarato erroneamente ma senza esito. E siccome si parla di noi, e si dicono alcune imprecisioni, a tutela di tutti i soggetti coinvolti ci tengo a precisare che, quanto il giornalista dice
“Comune ha anticipato 30.500 euro di cassa con risorse proprie. Il motivo? Il soggetto promotore del progetto, beneficiario diretto del finanziamento, non risulta in regola con il Durc, il documento che attesta la regolarità contributiva” e successivamente afferma che “In attesa che il Durc venga regolarizzato e il denaro rientri, il bilancio comunale resta esposto. E con l’arrivo imminente di altri progetti finanziati da Regione e Pnrr, la domanda diventa inevitabile: anticipare risorse a chi non è in regola sarà l’eccezione o la regola?”
Non sta riportando la realtà dei fatti perché: La rete di imprese “Ardea in Rete” non deve presentare il DURC poiché da bando è il soggetto BENEFICIARIO (il Comune) a doverlo esibire per ricevere i fondi da parte della regione e “girarli” al soggetto PROMOTORE (Ardea in rete) che dopo aver elaborato e presentato il progetto, vinto il bando e adempiuto a tutte le incombenze dovrà eseguire pedissequamente quanto previsto dal progetto impegnando al centesimo le risorse richieste, pena la revoca del finanziamento.
Capite bene che per elaborare il progetto, ormai tre anni fa, sono stati interessati professionisti che potessero occuparsi delle varie forniture e che sono ancora in attesa di dare “fuoco alle polveri” per realizzare quanto inizialmente programmato. Molti comuni infatti hanno ampiamente concluso le progettualità che, dal momento della prima erogazione devono essere terminati in 18 mesi.
Ma torniamo al DURC. Il Comune in questo frangente è una vittima tanto quanto la rete di imprese che non può concludere il progetto. L’Ente (il Comune) ha infatti ripetutamente interessato l’INPS per ottenere la regolarizzazione della situazione contributiva che, da quanto ci risulta, risale ad una sola annualità di oltre 15 anni fa e nasce da un difetto formale e non sostanziale. in soldoni, sempre da quanto ci risulta, la situazione è a posto ma bisogna solo “aggiustare le carte”.
Googolando un po’ in giro ho appreso che in situazioni analoghe altri Enti pubblici hanno perfino diffidato l’INPS una volta accertata la possibilità di farlo. Lo dico perché magari potrebbe essere un exit strategy per accorciare un pochino i tempi, sbloccare i fondi del bando e ripianare i 30.500 che il Comune ha “anticipato” con una azione che dimostra la sua postura proattiva e orientata al risultato (questa azione rientra in una delle possibili procedure suggerite direttamente dalla Regione Lazio in una delle comunicazione formali che ci sono state negli scorsi mesi). Sottolineo, se ce ne fosse ancora bisogno, che per la rete di imprese questi fondi sono una c.d. “partita di giro”. Vale a dire che i soldi arrivano e vengono spesi pari pari per le attività APPROVATE dalla Regione Lazio.
Mi auguro di aver fatto chiarezza. In un mondo perfetto una redazione dovrebbe adesso rettificare il testo dell’articolo a cui mi riferisco e non ho motivo per dubitare che ciò avverrà nelle prossime ore. Confido infine nell’operato del Comune per lo sblocco della diatriba con l’INPS”.

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