Il Castrum Inui è un importante sito archeologico situato ad Ardea, al sud di Roma, risalente al VI secolo avanti Cristo. Le sue origini risalgono al periodo degli antichi insediamenti della regione, ed è stato successivamente distrutto da un terremoto circa quindici secoli fa, per poi essere sommerso dal mare. La scoperta di questo sito archeologico è avvenuta relativamente di recente, circa vent’anni fa, grazie a un team di studiosi guidati da Francesco Di Mario. Gli scavi hanno portato alla luce un complesso di strutture, tra cui un labirinto di stanze, corridoi, condotte di scarico, verande, forni, cisterne, quattro templi e due altari, simili a quelli trovati nell’antica Lavinium a Pratica di Mare. Queste strutture rappresentano resti di un centro portuale, di un complesso fortificato di epoca romana e di un’ampia area sacra che precedeva l’epoca romana. Attualmente si stanno svolgendo lavori di valorizzazione e sistemazione del sito, finanziati con circa mezzo milione di euro tramite fondi provenienti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, nell’ambito del progetto “Caput Mundi”. Questi interventi mirano ad aprire il sito al pubblico, rendendo l’area più accessibile e attrattiva per i visitatori, con la creazione di un parcheggio dedicato, un percorso pedonale che collega il parcheggio all’ingresso, e lavori di copertura in metallo per alcuni resti archeologici come il Tempio A e gli altari del II secolo a.C. Anche l’ingresso all’area cambierà, passando da un cancello situato su via Salzare a un nuovo accesso direttamente sul lungomare, migliorando così la fruibilità e la valorizzazione del patrimonio storico. Nonostante la grande importanza storica, il sito soffre di problematiche legate all’abusivismo e all’incuria, che minacciano la conservazione del patrimonio archeologico. La conclusione dei lavori è prevista entro fine giugno, con possibili proroghe per ultimare alcuni dettagli, e rappresenta un passo importante per promuovere il Cas






