Non ci sarebbe alcun evento miracoloso dietro le presunte lacrimazioni e trasudazioni della Madonna di Trevignano. Il Dna rilevato sulla statuetta e sul quadro del Cristo appartiene unicamente a Gisella Cardia, la donna che da anni afferma di ricevere apparizioni mariane nel piccolo comune laziale. A rivelarlo è la superperizia genetica firmata dal professor Emiliano Giardina, genetista forense di fama, incaricato dal Tribunale di Civitavecchia nell’ambito dell’inchiesta sui presunti raggiri a danno dei fedeli. L’analisi, svolta su incarico della gip Vittoria Sodani, smonta definitivamente il mistero: nessuna lacrimazione prodigiosa, nessun fluido inspiegabile. Giardina ha sottoposto a esami genetici i due oggetti religiosi – la statua della Madonna e un quadro del Cristo – attribuiti a Maria Giuseppa Scarpulla, alias Gisella Cardia, comparandone i risultati con i campioni prelevati agli indagati. La corrispondenza è totale: le tracce biologiche appartengono esclusivamente alla donna. Oltre al test del Dna, il perito ha effettuato una Tac su entrambi i manufatti per verificare l’eventuale presenza di congegni nascosti in grado di simulare fenomeni soprannaturali. Anche in questo caso, il responso è stato negativo: nessun meccanismo, solo suggestione – e, forse, una messinscena. I risultati della perizia sarebbero dovuti essere presentati martedì 24 giugno, ma l’udienza è slittata ancora per l’assenza della consulente di parte Marina Baldi. Resta intatta la posizione giudiziaria dei coniugi Cardia, indagati per truffa aggravata in concorso, legata alla gestione dell’associazione “Madonna di Trevignano ETS” e alle offerte raccolte dai fedeli. Ora, con il verdetto scientifico in mano, si fa più concreta l’ipotesi di un rinvio a giudizio.






