Si preannuncia come decisivo il vertice NATO che si apre oggi a L’Aja, nei Paesi Bassi. Al centro del dibattito tra i vari Paesi il tema della Difesa e della spesa militare, con il segretario Mark Rutte che punta a portare tutti i Paesi sulla soglia del 5% del PIL entro il 2035, facendo leva sulla scomposizione interna: il 3,5% sarà investito nel settore militare vero e proprio (compreso un “aumento del 400% nella difesa aerea e missilistica”); nel restante 1,5% rientreranno investimenti in difesa e sicurezza, incluse capacità industriale e infrastrutture. Il tema della Difesa potrebbe vedere diversi Paesi d’accordo ma con alcune rilevanti eccezioni: una di queste è la Spagna di Pedro Sanchez, che potrebbe non andare oltre il 2,1% stabilito in Galles nel 2014. Un problema che potrebbe interessare anche l’Italia: come ha fatto presente il ministro italiano dell’Economia Giancarlo Giorgetti, i Paesi sottoposti a procedura d’infrazione per deficit eccessivo, e con un debito pubblico altissimo, avranno una capacità ridotta di aumentare le spese militari. Roma rischia di non essere la sola: tra le fila di chi annaspa, oltre all’Italia, ci sono anche il Canada, il Belgio, il Lussemburgo e probabilmente anche la Francia. Con gli Usa che spingono per un accordo, è perciò probabile che nella dichiarazione del vertice venga usata “una formula più flessibile” che renda “l’obiettivo di spesa facoltativo o escluda la Spagna dall’applicazione” del 5 per cento. In discussione ci sarebbe anche l’ipotesi di un altro tipo di compromesso, cioè una dilazione dell’obiettivo al 2040, o una maggiore flessibilità nella definizione delle voci ammissibili. Al vertice Nato presenti tutti i Paesi dell’Alleanza Atlantica, compreso il presidente USA Donald Trump, alcuni ospiti “storici”, come il Giappone, e l’Unione europea. Tema centrale l’Ucraina, con Zelensky presente nei Paesi Bassi ma che ha partecipato solo alla cena pre-summit offerta dal sovrano Guglielmo Alessandro: a questo proposito il segretario Rutte ha evidenziato che “l’impegno verso il percorso irreversibile dell’Ucraina verso l’ingresso nella Nato è confermato e continuerà ad esserlo anche dopo il vertice dell’Aja. L’eventuale presenza di Kiev nelle conclusioni finali non è rilevante”. Rutte ha poi dichiarato: “Il mio obiettivo è che il vertice abbia conclusioni concise: non è necessario ripetere ogni frase o impegno già espressi, perché restino validi”. Il tema della spesa militare e la presenza del Giappone porteranno il vertice a ribadire la centralità dell’Indo-Pacifico, tema particolarmente caro a Trump. Non è un caso, infatti, che lo stesso Rutte, abbia ribadito negli incontri prevertice che “la Russia fa squadra con Cina e Iran” e che “non esiste più l’Ovest o l’Est, esiste solo la Nato”. In contemporanea al vertice Nato ci sarà sempre nella capitale olandese una sorta di contromanifestazione convocata dal leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, per denunciare l’aumento delle spese militari che sottrarrebbero risorse a sanità, istruzione e welfare. All’appello dell’ex presidente del Consiglio hanno già aderito alcuni partiti e volti politici europei come Zoe Konstantopoulou (Grecia), Sumar (Spagna), Partito Comunista Portoghese, Akel (Cipro), Partito del Lavoro del Belgio, Michael McNamara (Irlanda), Rudi Kennes (Belgio), Stacilo (Repubblica Ceca), Partito Socialista Olandese, For Stability (Lettonia), Manon Aubry (Francia), Ana Miranda Paz (Galizia).
Nato, al via oggi il vertice all’Aja: partecipanti e temi in agenda






