Avrebbero agito con “estrema pericolosità sociale” i tre poliziotti e il cittadino albanese arrestati a Roma con l’accusa di rapina aggravata. È quanto emerge dall’ordinanza firmata dal gip del tribunale di Roma, Tiziana Coccoluto, che definisce i quattro “malfattori seriali”, capaci di usare le loro funzioni istituzionali come copertura per compiere un’azione criminale “studiata nei minimi dettagli”. I poliziotti finiti in carcere sono originari di Roma e di Formia. Con loro è stato arrestato anche un uomo albanese di 33 anni, indicato come il trait d’union tra i tre agenti – in servizio al II distretto Salario-Parioli – e l’ambiente esterno. Secondo il giudice, i quattro avevano effettuato un sopralluogo prima del colpo e si sarebbero avvalsi di informazioni riservate estratte dalle banche dati delle forze dell’ordine. Un comportamento che, scrive il gip, “rivela una spregiudicatezza allarmante” e la concreta possibilità di reiterazione dei reati “facendo leva sulla fiducia che il cittadino ripone in chi veste una divisa”. Particolarmente grave anche il ruolo attribuito al 33enne, descritto come parte di un “connubio criminale” con i tre agenti, che gli avrebbe consentito di partecipare alla rapina godendo della protezione operativa di uomini delle istituzioni. Per i quattro arrestati, gli interrogatori di garanzia sono in programma domani davanti al pm e al gip di Roma.






