mercoledì, Dicembre 24, 2025

Luciani scuote il Pd di Civitavecchia: “Partito chiuso e familistico, così non ci sto più”

Una relazione durissima, quella del segretario cittadino del Partito Democratico Enrico Luciani, intervenuto al direttivo con un documento che ha il sapore della resa dei conti. Una requisitoria a colpi di “picconate” contro un Pd “chiuso, autoreferenziale e trasformato in cosa propria di pochi”, dominato – accusa – da logiche familistiche, consociative e opache. Luciani non fa nomi, ma i bersagli sono chiari: Fabrizio Barbaranelli, figura storica della sinistra locale e suocero del sindaco Piendibene, e Valentino Carluccio, riferimento ex Dc insieme alla moglie Rita Stella. Per il segretario dem, rappresentano l’incarnazione di un “partito-famiglia”, dove i ruoli si tramandano più per legami di sangue che per merito o consenso. Una degenerazione, secondo Luciani, che allontana il Pd dai principi fondativi di apertura e partecipazione. Luciani torna anche sul passato, in particolare alle primarie del 2012, perse contro Pietro Tidei, altro “capo storico” del partito: «Un broglio elettorale», lo definisce oggi senza mezzi termini. “Oscure trame”, le chiama, che lo avrebbero voluto fuori dai giochi già allora. Ma l’attacco più diretto riguarda la gestione presente: “Nomine discutibili”, “tessere negate” e una base che viene tenuta fuori da ogni confronto. Il caso più scottante, quello del comparto Fiumaretta, su cui Luciani insinua ombre: “Una gran bella operazione, preparata dalla giunta Tedesco e servita su un piatto d’argento all’attuale amministrazione”. Un riferimento chiaro a fondi pubblici – si parla di 34 milioni di euro – e ai rapporti tra politica e affari sul territorio. La vera incognita ora è la posizione di Patrizio Scilipoti, assessore ai Lavori Pubblici e presidente della Compagnia Portuale, considerato il “figlioccio politico” di Luciani. Di fronte a un documento così duro, sarà chiamato a scegliere: restare fedele a Luciani o allinearsi con la giunta Piendibene? La sua decisione potrebbe essere determinante per il futuro assetto della maggioranza e persino per la tenuta della Giunta. Il terremoto interno al Pd rischia di avere ripercussioni anche sugli alleati: Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra, storicamente critici verso i “poteri forti” locali, ora parte della stessa maggioranza accusata da Luciani di essere ostaggio di quel sistema. Quale sarà la loro posizione, ora che l’accusa viene dall’interno? Luciani ha lanciato il guanto di sfida. Il Pd cittadino è a un bivio. “Io sono entrato con rispetto”, scrive, “ma non accetto che il partito diventi una proprietà privata”. La battaglia è appena cominciata. E il Comandante – come molti ancora lo chiamano – vuole sapere chi è pronto a combatterla con lui.

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