Una sentenza che fa storia: il TAR del Lazio ha accolto il ricorso di una giovane agente della Polizia di Stato di Anzio, esclusa dal corso per Vice Ispettori perché in congedo obbligatorio di maternità. La vicenda nasce nel 2023, quando l’agente, risultata vincitrice del concorso nazionale per 1.000 Vice Ispettori, inizia regolarmente il corso di formazione a Nettuno. Nel marzo 2024, al settimo mese di gravidanza, comunica la volontà di proseguire le lezioni teoriche a distanza durante l’astensione obbligatoria, recuperando successivamente le attività pratiche. Il Ministero dell’Interno rifiuta la proposta per ragioni organizzative, escludendo la donna dal corso e negandole la possibilità di avanzare in carriera. Il Tribunale amministrativo ha però ribaltato la decisione, definendola sproporzionata e lesiva dei diritti fondamentali, in contrasto con i principi costituzionali e le norme europee sulla tutela della maternità. Secondo i giudici, l’amministrazione avrebbe dovuto valutare soluzioni alternative, come il recupero delle assenze o sessioni d’esame straordinarie. Richiamata anche una pronuncia della Corte di Giustizia UE, che vieta l’esclusione automatica dai percorsi formativi per motivi legati alla gravidanza. «Una donna non può essere costretta a scegliere tra famiglia e carriera – commentano i legali della ricorrente – Questa sentenza è un passo avanti per tutti i lavoratori in divisa e non solo».