venerdì, Novembre 7, 2025

Fuoco vigliacco a Lavinio. Ma Anzio non china la testa

Il fuoco, quando divampa nella notte, non illumina: minaccia. E se quel fuoco lo trovi appiccato a una serranda, a un’insegna, a un’attività commerciale, allora non è più solo cronaca nera: è un avvertimento, un messaggio, una mano codarda che agisce nell’ombra, lontano dal lavoro, dalla fatica e dalla legge. È successo a Lavinio, frazione marittima della storica Anzio. Qualcuno — ancora ignoto, ma non per molto, si spera — ha tentato di incendiare un esercizio commerciale. Un gesto che sa di intimidazione, forse di racket, forse di rancore. Quel che è certo è che non è stato un errore. Quando si mette mano alla benzina e all’accendino, c’è sempre una volontà precisa dietro. E quasi mai è una volontà onesta. Il sindaco Aurelio Lo Fazio e l’assessore alla Sicurezza Catello Somma hanno fatto ciò che andava fatto: si sono espressi subito. E con parole giuste. «Esprimiamo la nostra solidarietà al titolare», recita la nota diramata poco dopo il fatto, «e auspichiamo che le forze dell’ordine assicurino al più presto alla giustizia l’autore del gesto». Frasi istituzionali, si dirà. Sì, ma necessarie. Perché in certi momenti, anche una dichiarazione di principio serve a tracciare un confine: da una parte chi lavora, dall’altra chi minaccia. E nel mezzo, lo Stato, che ha il dovere — non l’opzione — di far sentire la sua presenza. Anzio non è nuova a vicende di cronaca. Troppo spesso, negli anni, il suo nome è finito sui giornali per motivi sbagliati. Ma chi la conosce davvero sa che è fatta anche — e soprattutto — di gente che si alza presto, che apre botteghe, che tira su saracinesche e figli con lo stesso orgoglio. È a loro che bisogna guardare oggi. Non a chi semina paura. Ci si augura che le indagini facciano presto il loro corso, e che la giustizia — quella vera, fatta di prove e sentenze, non di vendette — arrivi puntuale. Perché l’unica risposta a chi gioca col fuoco è la fermezza. E la memoria. Perché certi episodi, se non affrontati, tornano. E quando tornano, fanno più danno. In attesa di sapere nomi e motivazioni, una cosa è chiara: chi ha colpito ha voluto intimidire. Ma, a giudicare dalla reazione, ha ottenuto l’opposto. Ha risvegliato una comunità. E ad Anzio, terra antica di sbarco e di resistenza, chi prova a far paura finisce

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