Nel 2024 i reati ambientali nel Lazio sono aumentati sensibilmente, facendo segnare un preoccupante +20,5% rispetto all’anno precedente. È quanto emerge dal nuovo Rapporto Ecomafia redatto da Legambiente, che colloca la regione al quinto posto nazionale tra quelle meno virtuose in tema di tutela ambientale. Il dato complessivo parla chiaro: 2.654 reati ambientali accertati nel corso dell’anno, con una media di 7,2 infrazioni al giorno, praticamente una ogni tre ore e mezza. A crescere in maniera più netta è stato il ciclo illegale dei rifiuti, con 848 episodi e un aumento del 33,5% rispetto al 2023. Seguono gli abusi edilizi, saliti a 746 casi (+6,7%), mentre restano stabili i reati contro gli animali, attestati a 417. A guidare la classifica delle province più colpite dai reati ambientali è, prevedibilmente, Roma, con 1.021 infrazioni, che la collocano al quarto posto assoluto in Italia tra tutte le province. Subito dietro, nel panorama regionale, c’è Latina, che peggiora nettamente: 613 reati nel 2024, contro i 485 di due anni fa e i 588 del 2023, scalando la classifica nazionale fino all’11esima posizione. Seguono Frosinone (216 reati), Viterbo (200) e Rieti (140), con quest’ultima che registra comunque numeri più contenuti rispetto al resto della regione. Nel dettaglio, il Lazio ha registrato 746 reati legati al cemento, con 873 persone denunciate, 10 arresti e 123 sequestri, oltre a 2.439 illeciti amministrativi. Si tratta dell’ottavo peggior risultato a livello nazionale. Roma ancora una volta al primo posto con 138 casi, seguita da Latina (123), Frosinone (51), Rieti (46) e Viterbo (33). Il dato più allarmante riguarda però il ciclo dei rifiuti: 848 reati, che valgono al Lazio il quarto posto in Italia tra le regioni più colpite da questo tipo di crimine. In questo ambito, sono state 1.070 le denunce, 16 gli arresti e 248 i sequestri. Anche qui Roma fa segnare il numero più alto (300 casi), seguita da Latina (219), Frosinone (99), Viterbo (79) e Rieti (42). Stabile rispetto al 2023 la situazione legata ai reati contro gli animali, che restano comunque su numeri significativi: 417 episodi, con 376 denunce, 2 arresti e 138 sequestri. Anche in questo caso è la provincia di Roma a far segnare il dato più alto (282 reati), seguita da Latina (86). Meno colpiti i territori di Rieti (17) e Viterbo (16), che si confermano tra le zone regionali meno coinvolte in questo tipo di reati. Dal rapporto emerge un quadro complessivo di forte pressione illegale sul territorio regionale, alimentata da traffici, speculazioni edilizie e maltrattamenti animali, spesso riconducibili ad attività criminali organizzate. “Il Lazio continua a pagare il prezzo di controlli non sempre efficaci e di una cultura della legalità ambientale che deve ancora radicarsi in maniera profonda”, si legge nel documento di Legambiente. L’associazione chiede un rafforzamento dei controlli, l’applicazione rigorosa delle sanzioni e un maggiore coordinamento tra enti locali e forze dell’ordine per contrastare un fenomeno che, a giudicare dai numeri del 2024, è tutt’altro che in via di regressione.



                                    


