mercoledì, Novembre 12, 2025

Cerveteri, la Polizia Locale proclama lo stato di agitazione: “Sede in condizioni inaccettabili”

È ufficiale: la segreteria provinciale di Roma del sindacato CSA Regioni Autonomie Locali – Polizia Locale ha proclamato lo stato di agitazione per il personale del Comando di Polizia Locale di Cerveteri. La comunicazione, inviata lo scorso 17 luglio, è accompagnata dalla richiesta formale di attivazione della procedura di raffreddamento e conciliazione, già trasmessa al Prefetto di Roma. Motivo? Una situazione lavorativa giudicata “gravemente lesiva della salute e della sicurezza degli agenti”. Al centro della protesta sindacale, la storica sede operativa di via Friuli, definita “inadeguata e pericolosa” dal sindacato. I locali, ricavati in un appartamento residenziale, non rispetterebbero i requisiti minimi previsti dalla normativa per ospitare un corpo di polizia. Nella nota diffusa dal CSA RAL, si denunciano gravi carenze strutturali e igienico-sanitarie: mancanza di spogliatoi separati, servizi igienici inadeguati, assenza di spazi per il recupero psico-fisico, oltre a un’uscita di emergenza inutilizzabile. A peggiorare il quadro, una gestione critica dell’impianto elettrico, con cavi e prolunghe non canalizzati che, secondo la denuncia, aumentano il rischio di cortocircuiti. Il sovraffollamento di materiale cartaceo e strumentazioni non custodite favorirebbe inoltre muffe, allergeni e pericoli di incendio. Nonostante le numerose segnalazioni inviate dal sindacato all’Amministrazione – con documenti ufficiali datati 2021, 2022, 2023 e aprile 2025 – e un sopralluogo dello SPRESAL dell’ASL Roma 4 effettuato a maggio di quest’anno, non sono giunte comunicazioni sull’esito dell’ispezione né sono state adottate misure correttive. Anche il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza del Comune, architetto Stefano Manzini, ha chiesto formalmente un trasferimento del Comando, anche provvisorio, in una sede più adeguata. Nel frattempo, lo scorso 14 giugno si è tenuta un’assemblea interna della RSU, ma nessuna risposta formale è arrivata entro il termine fissato per la fine di giugno. Il sindacato parla senza mezzi termini di “comportamento omissivo e negligente” da parte dell’Amministrazione comunale, accusata di violare i propri obblighi di datore di lavoro e di esporre il personale a rischi concreti per la salute. «Non si chiedono privilegi – fanno sapere dal CSA RAL – ma semplicemente condizioni di lavoro minime, dignitose e conformi alla legge». La palla ora passa al Prefetto, chiamato a mediare una vertenza che coinvolge non solo il benessere degli operatori della Polizia Locale, ma anche la sicurezza complessiva del servizio reso alla comunità.

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