lunedì, Settembre 1, 2025

Falsi Picasso, Munch e Klee: smantellato traffico internazionale d’arte. Sequestrate 104 opere e 300mila euro

Una firma tracciata con decisione in basso a destra, un tratto a matita che richiama lo stile inconfondibile di Pablo Picasso, su una carta che sembra portare i segni del tempo. Ma è tutto falso. Quello che a prima vista potrebbe sembrare un bozzetto originale del maestro spagnolo è in realtà uno dei 104 falsi d’autore smascherati dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Roma, nel corso dell’operazione denominata “Minotauro Bis”, coordinata dalla Procura di Roma in collaborazione con l’Agenzia europea Eurojust. L’indagine, avviata nel novembre del 2022, ha permesso di demolire una rete criminale internazionale specializzata nella contraffazione e commercializzazione di opere d’arte, che aveva come obiettivo il mercato estero — in particolare quello statunitense — dove le opere venivano vendute come originali, corredate da falsi attestati di libera circolazione. Un traffico articolato e ben strutturato, che ha visto impegnati i militari del Reparto Operativo del TPC in 13 ordini di indagine europeo e 9 rogatorie internazionali, con perquisizioni e sequestri eseguiti anche all’estero. I falsi, alcuni dei quali perfettamente imitati con carta antichizzata, segni d’invecchiamento artefatti e cornici coeve, riportavano firme celebri come quelle di Edvard Munch e Paul Klee, accanto a quella di Picasso. “Il livello di sofisticazione era molto alto — ha spiegato il Colonnello Paolo Befera, Comandante del Reparto Operativo Carabinieri TPC — non si trattava di semplici copie, ma di vere e proprie riproduzioni studiate per ingannare esperti e collezionisti. Alcuni disegni avevano persino certificati d’autenticità contraffatti in modo estremamente credibile, oltre a una documentazione fittizia di provenienza”. I falsi venivano spediti a case d’asta internazionali, con particolare predilezione per quelle degli Stati Uniti, accompagnati da documenti fasulli per superare i controlli doganali. Se immessi sul mercato, quei 104 lavori avrebbero potuto generare un guadagno illecito stimato intorno al milione di euro. Le indagini hanno portato anche al sequestro di un conto corrente da 300mila euro, riconducibile a uno degli indagati, e al blocco delle vendite di diverse opere già in fase di catalogazione. I nomi delle case d’asta coinvolte non sono stati ancora resi noti per non compromettere le prossime fasi processuali. L’operazione prende il nome di “Minotauro Bis” perché rappresenta l’estensione e lo sviluppo di una prima attività investigativa avviata qualche anno fa, incentrata proprio sul commercio di falsi attribuiti a Picasso, artista simbolo spesso usato dai falsari per la sua riconoscibilità e alto valore di mercato. “I danni di un traffico di questo tipo sono doppi — ha aggiunto Befera — oltre al danno economico c’è quello culturale, perché si falsifica la memoria collettiva e si inganna la fiducia di chi investe nella cultura. La nostra attività si concentra sempre più spesso anche sulla prevenzione e controllo dei flussi commerciali, con l’ausilio di esperti e tecnologie avanzate per smascherare ogni tipo di contraffazione”. L’indagine si è avvalsa della collaborazione delle autorità giudiziarie e di polizia di diversi Paesi europei, oltre all’intervento del Ministero della Cultura italiano per la valutazione di autenticità delle opere. La Procura di Roma ha iscritto nel registro degli indagati diverse persone, residenti sia in Italia che all’estero, tra cui intermediari e presunti “esperti” che avrebbero garantito la validità delle opere contraffatte. Il mercato dei falsi d’arte si conferma un business redditizio e difficile da arginare, ma ancora una volta l’azione sinergica tra Forze dell’Ordine, giustizia internazionale e istituzioni culturali ha restituito un messaggio chiaro: l’arte si difende con rigore, competenza e determinazione.

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