“Il fronte di fuoco nell’area tra la riserva dello Zingaro e Scopello è al momento circoscritto. Intorno alle otto di questa mattina l’emergenza è rientrata. Sul posto all’alba anche l’intervento di due Canadair. Necessario, ma doloroso, evacuare nel cuore della notte le abitazioni improvvisamente trovatesi avvolte dal fumo. Grazie a quanti hanno messo e stanno mettendo in sicurezza luoghi e persone a rischio della loro incolumità e nel tentativo di arginare il gravissimo incendio che ancora una volta ha gravemente ferito il nostro territorio”. Lo afferma il sindaco di Castellammare del Golfo, Giuseppe Fausto, dopo che l’incendio divampato ieri nella Riserva dello Zingaro la notte scorsa ha raggiunto l’area di Scopello, lambendo alcune abitazioni. Per precauzione sono state evacuate circa 50 case e la zona a monte di Scopello è stata ‘illuminata’ dalle fiamme per buona parte della notte con più fronti di fuoco poi circoscritti. “Ancora ferite profonde e incalcolabili danni ambientali ed economici in un territorio martoriato – sottolinea il sindaco del Comune del Trapanese – grazie alle squadre che hanno operato ininterrottamente, con il coordinamento della prefettura, per la sicurezza e per arginare l’incendio che ha nuovamente gravemente colpito il nostro territorio nelle ore notturne. Ringrazio per il supporto le squadre del servizio antincendio boschivo della forestale, vigili del fuoco, il personale della riserva dello Zingaro, polizia e carabinieri, polizia municipale e associazioni di protezione civile Firerescue e Anopas”. “Bruciano le riserve naturali della Sughereta di Niscemi, di Capodarso, dello Zingaro, di Monte Cofano, Cava Grande del Cassibile e tante altre, brucia il nostro inestimabile patrimonio di biodiversità e la speranza per un futuro basato sulla bellezza. Ed in questo momento, in cui si avvia la conta dei danni, l’emergenza purtroppo non è ancora finita, alimentata dalle alte temperature e dall’acuirsi della crisi climatica”. Lo dice Legambiente sui roghi che da giorni divampano in Sicilia. In Italia è sos incendi nel 2025. Dal primo gennaio al 18 luglio si sono verificati 653 roghi che hanno mandato in fumo 30.988 ettari di territorio pari a 43.400 campi da calcio, con una media di 3,3 incendi al giorno e una superficie media bruciata di 47,5 ettari. Sud e isole sono state le aree più attaccate. A scattare questa fotografia è Legambiente che oggi diffonde i dati del suo nuovo report “L’Italia in fumo” insieme a un pacchetto di 12 proposte e 5 buone pratiche da replicare a livello nazionale, “affinché il Paese recuperi i ritardi in fatto di prevenzione e controlli e colmi la frammentazione delle competenze tra Stato, Regioni ed enti locali attraverso una strategia e una governance integrata che ad oggi manca all’appello”. Stando al dossier, che ha analizzato e rielaborato i dati Effis (European Forest Fire Information System), dei 30.988 ettari in totale bruciati nei primi sette mesi del 2025, 18.115 hanno riguardato aree naturali (ossia aree boscate); 12.733 hanno interessato aree agricole, 120 ettari aree artificiali, 7 ettari aree di altro tipo.
Incendi in Sicilia, in fiamme anche Riserva dello Zingaro: evacuate 50 case, “danni incalcolabili”






