mercoledì, Dicembre 24, 2025

Civitavecchia, le terme tornano al centro del dibattito: tra speranze, ritardi e un futuro da scrivere

A Civitavecchia si torna a parlare – concretamente – di sviluppo termale. Dopo decenni di promesse mancate, varianti urbanistiche disattese e progetti lasciati nel cassetto, la città sembra oggi trovarsi davanti a un bivio decisivo. Da una parte, l’opportunità concreta rappresentata da un progetto privato già pronto a partire; dall’altra, la cautela (o forse l’indecisione) dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Marco Piendibene, che preferisce prendere tempo, invocando una complementarietà con il settore pubblico che, secondo molti osservatori, rischia di rallentare o addirittura paralizzare l’iniziativa. Il dibattito è apertissimo, animato da posizioni differenti, ma accomunate dalla consapevolezza che il termalismo rappresenti una delle più grandi – e finora inespresse – potenzialità economiche, turistiche e identitarie del territorio. Tra le voci più attive, quella dell’associazione Civitavecchia 2000, che guarda con fiducia alla direzione intrapresa. «Nel corso di un recente incontro pubblico – ha dichiarato Alessandro Scotto – si è finalmente respirata una nuova filosofia amministrativa: meno slogan, più azioni; meno compartimenti stagni, più integrazione. Il Comune ha riaperto il dossier termale partendo dalla variante urbanistica del 2008, lavorando alla ricostruzione catastale delle particelle coinvolte, al recupero delle strutture abbandonate e, soprattutto, al ripristino dei pozzi termali, oggi inutilmente dispersivi. Un investimento reale, da 400.000 euro, che punta a restituire dignità strategica a un patrimonio ambientale unico». Ma non è solo una questione di restauro e manutenzione. L’obiettivo – ambizioso e affascinante – è realizzare un grande parco termale archeologico e turistico, che colleghi l’area nord dell’autostrada con le terme pubbliche e private, la Ficoncella, e i nuovi ritrovamenti dell’area di Aquetauri. Un itinerario immersivo tra salute, storia e paesaggio, pensato per rigenerare non solo il territorio, ma anche il tessuto sociale ed economico cittadino. Fondamentale, in questo contesto, il rapporto con i soggetti privati. A partire dalla famiglia Sensi, proprietaria dell’area strategica su cui dovrebbe svilupparsi una parte significativa del progetto. «Il dialogo con i privati – ha spiegato ancora Scotto – è stato improntato a trasparenza e realismo. L’amministrazione ha proposto un accordo procedimentale, che superi la frammentazione e consenta un project financing etico. Un modello in cui il Comune resta proprietario e garante dell’interesse pubblico, ma con procedure più snelle, capaci di superare l’inerzia della burocrazia». Tra gli obiettivi prioritari dell’amministrazione, c’è la certificazione ufficiale delle proprietà terapeutiche delle acque termali. Per la prima volta nella storia cittadina, il Comune ha avviato un ciclo completo di analisi stagionali, che culmineranno entro la fine dell’anno con un documento validato a livello nazionale. «Le acque della Ficoncella fanno bene, lo sanno da sempre i civitavecchiesi, ora lo dirà anche la scienza», sottolinea con soddisfazione Civitavecchia 2000. Resta però un’incognita cruciale: il tempo. Ogni mese che passa senza decisioni operative rischia di trasformare questa fase di entusiasmo in un nuovo capitolo di occasioni perse. Lo sviluppo termale, oggi più che mai, non è solo una speranza: è una sfida concreta, che chiama in causa il coraggio politico, la visione urbanistica e la volontà collettiva di rilanciare davvero Civitavecchia. Sul termalismo, insomma, non si può più tergiversare.

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