Si è chiusa con una richiesta di rinvio a giudizio l’inchiesta sul presunto sfruttamento di braccianti agricoli da parte dei fratelli Alberto e Stefano Calevi, titolari dell’azienda agricola F.lli Calevi di Viterbo. Secondo la procura, 104 lavoratori – per la maggior parte extracomunitari in condizioni di povertà – sarebbero stati impiegati in lavori agricoli gravosi, stipati in ceste di plastica durante il trasporto nei campi e retribuiti in modo difforme dai contratti collettivi. L’indagine è stata coordinata dal pubblico ministero Massimiliano Siddi. L’udienza preliminare si terrà il 15 gennaio 2026 davanti al gup Fiorella Scarpato. I due imprenditori, rispettivamente di 64 e 58 anni, sono difesi dagli avvocati Giuliano Migliorati e Agnese Sciullo. Il procedimento penale fa riferimento all’articolo 603-bis del codice penale, che punisce il caporalato e lo sfruttamento del lavoro. Ai fratelli Calevi si contesta di aver: corrisposto salari non conformi ai contratti collettivi nazionali e provinciali; violato la normativa sull’orario di lavoro, riposi settimanali e ferie; ignorato le norme in materia di sicurezza e igiene nei luoghi di lavoro. Il 10 dicembre 2024 il gip aveva disposto il sequestro preventivo dell’azienda. Tuttavia, lo scorso 30 gennaio, il tribunale ha modificato il provvedimento, disponendo il controllo giudiziario dell’impresa, considerando che l’interruzione dell’attività avrebbe avuto gravi ripercussioni occupazionali nel territorio. La difesa ha evidenziato che tra l’ultimo controllo ispettivo (giugno 2023) e il provvedimento di sequestro, i datori di lavoro avrebbero avviato una riorganizzazione interna, con interventi mirati a correggere le irregolarità e includere tutte le ore lavorate nelle buste paga. L’inchiesta assume una valenza strategica anche per il Lazio, dove il tema dello sfruttamento nel settore agricolo è da anni una questione sociale irrisolta. Il caso Calevi mette in luce le fragilità sistemiche del lavoro nei campi, soprattutto per i lavoratori stranieri, e richiama l’attenzione su condizioni lavorative che rischiano di degenerare in forme di schiavitù moderne.