giovedì, Novembre 6, 2025

Campo largo, Conte: “Ok su Ricci, non garantisco stessa coalizione dappertutto”

Così parlò Giuseppe Conte: “Nelle Marche non ci sono ragioni per un passo indietro di Ricci”.  In Toscana la musica cambia: “Siamo all’opposizione, entrare in giunta sacrificio notevole” Il Movimento cinque Stelle sta definedo la propria posizione nei confronti dell’alleanza col Pd nel le elezioni regonali che si terranno nei prossimi mesi in Veneto, Toscana, Marche, Puglia e Campania. “Non posso affatto garantire se ci sarà la stessa coalizione ovunque” – ha detto oggi Conte nel corso di una conferenza stampa a Roma – “Ci sono potentati locali, con alcuni è possibile lavorare con altri no. Noi siamo un movimento di opinione con un codice di comportamento” ribadendo che “si valuterà caso per caso”. Premesso questo il leader del M5S ha sciolto uno dei nodi: nelle marchge non ci sarà opposizione alla candidatura dell’ex sindaco Pd di pesaro Matteo Ricci, indagato nell’ambito dell’indagine per corruzione sugli affidamenti del Comune a due associazioni no profit: “Non ci sono ragioni allo stato per quello che oggi sappiamo per chiedere un passo indietro a Ricci. Abbiamo letto e riletto l’avviso di garanzia e possiamo riassumere che non ci sono elementi a carico della sua colpevolezza che comprovino allo stato la consapevolezza di partecipare all’ipotesi accusatoria. Chiedere un passo indietro a Ricci in queste condizioni sarebbe un brutto precedente”. La musica cambia per quanto riguarda la candidatura di Eugenio Giani, anche lui del Pd, per il secondo mandato da governatore della Toscana.  In questo caso Conte dice di lassciare la scelta ai territori anche se nei giorni scorsi il M5S di Livorno si era espresso contro Giani con inusitata veemenza. ”Da parte mia non c’è stato un input per la soluzione, bisogna riflettere e capire se ci sono le condizioni. Questa giunta noi l’abbiamo contrastata, veniamo da 5 anni di opposizione, quindi di fronte allo stesso candidato, entrare in giunta è un sacrificio notevole, bisogna valutare”. Così Giuseppe Conte. E poi c’è la Puglia dove anche il Pd attende il sì definitivo di dell’ex sindaco di Bari ora eurodeputato, Antonio Decaro, contrario alla candidatura al Consiglio regionale di Nichi Vendola e del presidente uscente Emiliano. Nei giorni scorsi lo stesso Conte non si era fatto pregare per alzare il prezzo del suo accordo: «In Puglia Decaro come amministratore ha le carte in regola per aspirare a guidare un progetto di rinnovamento. Ma di carte in regola ne abbiamo anche noi». Mentre anche in Campania la candidatura dell’ex presidente della Camera Roberto Fico non è ancora stata ufficializzata, la distanza tra Conte e il Pd si concentra sulla Lombardia, dove però non si vota. La questione riguarda l’indagine sull’urbanistica che ha pesantemente coinvolto la giunta comunale, con il sindaco Giuseppe Sala indagato per false dichiarazioni e di induzione indebita a dare o a promettere utilità. Il partito Democratico lo difende, Conte ne chiede le dimissioni: ”Sala deve dimettersi anche perché hanno confezionato con gli uffici del Comune la norma Salva Milano, recepita dal centrodestra e all’inizio anche dal Pd, che poi abbiamo fermato”.

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