Dove un tempo passeggiava l’imperatore Nerone, oggi sorgono tende da campeggio. È la scena surreale che si è presentata in questi giorni agli occhi di turisti e residenti lungo le spiagge delle Grotte di Nerone, ad Anzio, dove alcuni individui hanno trasformato un sito archeologico vincolato in un campeggio abusivo, ignorando ogni divieto e calpestando, letteralmente, secoli di storia. Tra i resti della Villa Imperiale romana, simbolo identitario e attrazione di valore internazionale, sono apparsi veri e propri accampamenti: tende piantate tra le rovine, occupanti che si muovono liberamente nelle aree interdette al pubblico, rifiuti abbandonati e una sensazione di abbandono istituzionale che indigna e preoccupa. A denunciare il fatto è Elvio Vulcano, che in una lettera pubblica fotografa il degrado di uno dei luoghi più suggestivi del litorale laziale: «Una condotta inaccettabile – scrive – che sta trasformando un luogo di proprietà collettiva in un’area ad uso personale, abusivo e incivile. Le Grotte di Nerone rappresentano un patrimonio millenario che meriterebbe rispetto e tutela. E invece oggi viene profanato nel silenzio generale».
Tende tra i resti imperiali: il silenzio delle istituzioni
Le immagini e le segnalazioni raccolte negli ultimi giorni parlano chiaro: più di una tenda campeggia tra i ruderi dell’antica residenza neroniana. Alcuni campeggiatori si aggirano indisturbati, utilizzando le antiche strutture come ripari di fortuna, incuranti del vincolo archeologico e dei cartelli che indicano il divieto d’accesso. A farne le spese non è solo l’immagine della città, ma anche la sicurezza del sito e la sua conservazione: gli interventi di restauro avviati negli anni rischiano di essere vanificati da una frequentazione selvaggia e fuori controllo.
Una ferita al patrimonio storico e culturale
L’episodio ha lasciato attoniti turisti e cittadini, molti dei quali hanno immortalato la scena e segnalato il fatto sui social, sollecitando un intervento urgente da parte delle autorità. Ma al momento, tutto tace. «Il sito è abbandonato a sé stesso – denunciano alcuni residenti –. Servono controlli, sorveglianza, ma anche un vero progetto di valorizzazione. Così si umilia la nostra storia e si allontanano i visitatori seri». Le Grotte di Nerone rappresentano uno dei più importanti complessi archeologici del Lazio costiero, affacciato su un tratto di mare già decantato da Orazio e Plinio. Che un tale luogo venga ridotto a campeggio selvaggio è l’ennesimo segnale del fallimento della gestione del patrimonio culturale.
L’appello: “Non si può più ignorare”
La lettera-denuncia lancia un appello forte alle istituzioni, alla Soprintendenza e al Comune di Anzio: «Serve un’azione immediata per ristabilire legalità e decoro. Non si può permettere che un sito archeologico venga violato in questo modo senza conseguenze. Le Grotte di Nerone meritano tutela, non abbandono». In attesa di risposte, resta la scena amara di un patrimonio condiviso trasformato in bivacco, dove l’archeologia si mescola all’inciviltà e il degrado prende il posto della bellezza.






