domenica, Novembre 16, 2025

Fogne rotte e palazzi invasi dalle acque nere: la denuncia da Tor di Nona

Dai topi che scorrazzano indisturbati tra le aiuole incolte, ai liquami che invadono le cantine trasformandole in camere a gas: è una situazione al limite della sopravvivenza quella che si registra nel quartiere di via [nome via o zona, se disponibile], estrema periferia est della Capitale. Qui, a pochi chilometri dal centro del potere, 48 famiglie vivono immerse in un degrado che non conosce tregua, tra effluvi nauseabondi, infiltrazioni costanti e un sistema fognario che – a detta dei residenti – non ha mai funzionato davvero. Le immagini parlano da sole: sacchi dell’umido che si accumulano ai piedi dei palazzi, scarichi che rigurgitano acqua putrida, muri scrostati da anni di umidità permanente. Le cantine, un tempo destinate a uso comune o deposito, oggi sono impraticabili: sommerse da liquami che si infiltrano dalle tubature rotte, rilasciando esalazioni talmente forti da rendere irrespirabile l’aria anche nei piani superiori. «Siamo stanchi, nessuno ci ascolta», racconta Lucia, 54 anni, residente da oltre vent’anni. «Non possiamo aprire le finestre, il puzzo è costante. Mio figlio soffre d’asma e peggiora ogni inverno». Al suo fianco, un altro abitante mostra un video registrato col cellulare: una fila di ratti corre lungo il muro del palazzo, indisturbata. «Vogliamo solo vivere con dignità», aggiunge. La situazione, più volte segnalata alle autorità locali, è esplosa nuovamente dopo le recenti piogge, che hanno mandato in tilt l’intero impianto fognario, riversando in strada e nelle abitazioni reflui e melma. I cittadini lamentano interventi sporadici e insufficienti, con soluzioni tampone che non vanno oltre l’emergenza. A raccogliere l’appello è stato l’assessore al Patrimonio e alle Politiche abitative Tobia Zevi, che in una nota ufficiale ha dichiarato: «Siamo a conoscenza della gravità della situazione e abbiamo già attivato le prime misure urgenti. Parte dei fondi necessari arriveranno dal Pnrr, per garantire interventi strutturali e duraturi». Parole che, per ora, non bastano a rassicurare i residenti. In tanti temono che, come già accaduto in passato, le promesse si dissolvano tra le pieghe della burocrazia. E mentre il degrado avanza, tra topi, umidità e silenzi istituzionali, questo angolo di Roma continua ad aspettare il diritto più elementare: quello di abitare in un luogo salubre e sicuro.

Articoli correlati

Ultimi articoli