Il ponte Nomentano, con il suo affaccio romantico e le merlature medievali, osserva il lento scorrere dell’Aniene da secoli. Nell’antichità è stato uno dei ponti extraurbani più importanti di Roma, insieme a Ponte Milvio. Oggi è pedonale ed è il simbolo del Municipio III, in un’area che è più viva che mai, dove intrattenimento ed eventi animano l’estate del quartiere. Situato al terzo miglio di via Nomentana, in passato spiccava agli occhi dei paesaggisti, perché circondato prevalentemente dalla campagna. Oltre questo punto di attraversamento dell’Aniene, circa cento anni, fa si è sviluppato il quartiere di Città Giardino, con i suoi villini e gli edifici in “barocchetto”. Arrivando dalla via consolare in direzione piazza Sempione, dove hanno sede gli uffici municipali, il Ponte Nomentano si può scorgere da ponte Tazio, che lo doppiò nel 1922 per sostenere il traffico automobilistico in aumento. Il 23 novembre dell’800 sul ponte Nomentano avvenne lo storico incontro tra Papa Leone III e Carlo Magno, proveniente da Mentana con tutto il suo seguito, per essere incoronato imperatore del Sacro Romano Impero. Ad ottobre di ogni anno l’associazione culturale “Il carro dei comici” organizza la rievocazione di questo fatto storico. La messa in scena si conclude nell’adiacente pineta con la rappresentazione dell’incoronazione, che storicamente avvenne la notte di Natale a San Pietro. “Con quest’anno sono 29 anni che realizziamo quest’iniziativa. L’idea nacque perché vicino al ponte c’era una situazione di degrado e spaccio e ho pensato che sarebbe stato un modo per contrastarli”, spiega l’attore e regista Gherardo Dino Ruggiero, presidente dell’associazione, e cittadino di Montesacro impegnato nella divulgazione storica, culturale e artistica del ponte, del quartiere e dei dintorni con questa e molte altre iniziative. Fu edificato in tufo ma rimaneggiato molte volte. Distrutto da Totila, re degli Ostrogoti, e ricostruito nel VI secolo, il suo aspetto cambiò circa duecento anni dopo, probabilmente con Adriano I che lo fece fortificare con la costruzione delle due torri, sotto cui passa il piano stradale. Le torri sono unite da un ballatoio in alto che le collega, sostenuto da mensole in travertino. L’aspetto attuale si deve soprattutto a Niccolò V (1447-1455) che fece ristrutturare e sopraelevare le torri. Quella rivolta verso la città reca la sua arma e l’iscrizione con il nome del Papa. Oltre ad essere un collegamento strategico, fu importante anche per le riscossioni: Sisto IV nel 1474 impose infatti il pedaggio sui ponti dell’Aniene e nel 1532 divenne ponte doganale, mentre poco dopo vennero ribassati gli archi di ingresso. Durante l’assedio di Roma subì grandi danneggiamenti nel 1849 dai francesi: lo tagliarono per una lunghezza di sette metri e venne poi ricostruito.