Non saranno solo Olimpiadi, né soltanto un festival tecnologico: i “Giochi dell’Intelligenza Artificiale” promettono di essere un evento senza precedenti. Dal prossimo mese, 16 Paesi provenienti dai cinque continenti si daranno battaglia in 30 discipline che vanno dal calcio al nuoto, dalla scrittura creativa al design industriale, passando per enigmistica, pittura digitale e persino cucina sperimentale. La particolarità? Tutti i partecipanti saranno affiancati – e in alcuni casi completamente guidati – dall’intelligenza artificiale. Non atleti in carne ed ossa, dunque, ma squadre miste di esseri umani e sistemi di AI, programmati per esprimere al massimo creatività, capacità tattica e resistenza virtuale. Il format, ideato da un consorzio internazionale di università e aziende hi-tech, nasce con l’obiettivo dichiarato di esplorare i limiti della collaborazione uomo-macchina. «Non si tratta di sostituire l’umano, ma di amplificarne le capacità», spiega in conferenza stampa la direttrice del comitato organizzatore, la professoressa Mei Lin, pioniera della robotica sociale. «Vogliamo dimostrare come l’intelligenza artificiale possa essere alleata nella competizione, nella creazione e nell’innovazione». Tra le discipline più attese figura il “100 metri logici”, una gara di problem solving in cui squadre di studenti universitari e algoritmi dovranno risolvere in tempi record complesse equazioni matematiche. Ci sarà anche il “Pentathlon creativo”: i team avranno poche ore per comporre una melodia, scrivere un racconto breve, realizzare un’opera grafica, ideare una campagna pubblicitaria e sviluppare un prototipo di prodotto, sempre con il supporto di AI generative. Sul fronte sportivo, il regolamento prevede gare di calcio e basket con strategie di gioco interamente elaborate dall’intelligenza artificiale, mentre gli atleti si limiteranno a eseguire in campo i piani tattici suggeriti dai software. «Sarà come avere un allenatore invisibile che suggerisce in tempo reale ogni mossa», commenta con curiosità il capitano della nazionale spagnola, Javier Torres. L’evento si terrà tra Roma, Milano e Torino, con cerimonia di apertura allo Stadio Olimpico. Le delegazioni arriveranno da Stati Uniti, Cina, India, Giappone, Brasile, Sudafrica, Canada, Germania, Francia, Spagna, Italia, Regno Unito, Corea del Sud, Australia, Emirati Arabi e Argentina. Secondo gli organizzatori, l’impatto mediatico sarà enorme: le competizioni verranno trasmesse in streaming con possibilità di interazione diretta del pubblico, che potrà suggerire varianti agli algoritmi in tempo reale. Una sfida, insomma, non solo tra nazioni ma tra modelli culturali di convivenza con le macchine. «È la prima volta che non conta soltanto la forza o l’abilità individuale, ma la capacità di dialogare con l’intelligenza artificiale», osserva la sociologa italiana Marta Bellini. «Un laboratorio sociale e tecnologico che ci racconta molto del mondo che verrà».