sabato, Agosto 23, 2025

Prove di dialogo al Meeting di Rimini. Draghi: “Picchi di scetticismo per la Ue, ora deve cambiare”

“L’Europa è la migliore opportunità per un futuro di pace e sicurezza. E una democrazia, siete voi, siamo noi, sono gli europei che decidono le sue priorità”, ha detto ancora Mario Draghi, nel suo intervento. C’è stata una “sveglia molto brutale che ci ha dato Trump, le relazioni con gli Usa hanno cambiato tutto. La prima cosa da fare è: stringiamoci tutti insieme. Ma c’è una situazione politica, sociale e psicologica che fa sperare bene circa una diversa forma di organizzazione politica, bisogna imparare ad andare d’accordo”. “Rigidità e passività creano inazione, è un po’ quello che abbiamo visto negli ultimi 10-15 anni, l’inazione è il peggior nemico dell’Europa”, aggiunge. “Non provengo da un ambiente culturale particolarmente europeo, scrissi la mia laurea sostenendo che la moneta unica era una gran sciocchezza”. Lo racconta l’ex presidente del Consiglio e della Banca centrale europea Mario Draghi dal palco del meeting di Rimini, sottolineando che il suo è stato un europeismo “molto pragmatico” costruito nel tempo. “Non è un europeismo che parte dai grandi principi della visione europea, ecco. Sulla visione mi vengono sempre in mente le parole che un cancelliere della Germania, Helmut Schmidt diceva quando gli dicevano “Ma lei non ha una visione?” e lui rispondeva “se tu cerchi una visione vai dall’oculista”. Si tratta insomma di un “europeismo molto coi piedi per terra”. “È chiaro che distruggere l’integrazione europea per tornare alla sovranità nazionale non farebbe altro che esporci ancor di più al volere delle grandi potenze”. “L’Europa è poco attrezzata in un mondo dove geo-economia, sicurezza e stabilità delle fonti di approvvigionamento più che non l’efficienza ispirano le relazioni commerciali internazionali. La nostra organizzazione politica deve adattarsi alle esigenze del suo tempo quando esse sono esistenziali: noi europei dobbiamo arrivare a  un consenso su ciò che questo comporta”. “L’Unione Europea, nonostante abbiadato il maggior contributo finanziario alla guerra in Ucraina, e abbia il maggiore interesse in una pace giusta, ha avuto finora un ruolo abbastanza marginale nei negoziati per la pace”. “Nel frattempo la Cina ha apertamente sostenuto lo sforzo bellico della Russia” e “le proteste europee hanno avuto poco effetto: la Cina ha chiarito che non considera l’Europa come un partner alla pari e usa il suo controllo nel campo delle terre rare per rendere la nostra dipendenza sempre più vincolante”. In più L’Ue “è stata spettatrice anche quando i siti nucleari iraniani venivano bombardati e il massacro di Gaza si intensificava”, ha detto ricevendo un ungo applauso. “Questi eventi  hanno fatto giustizia di qualunque illusione che la dimensione economica da sola assicurasse una qualche forma di potere geopolitico”. Mario Draghi è arrivato al Meeting di Rimini e partono i primi applausi del “popolo di Cl”. Un’ora prima del suo intervento su “Quale orizzonte per l’Europa” l’ex premier è stato accolto nel quartiere fieristico dagli organizzatori che lo hanno accompagnato nello stand della Compagnia delle Opere. Qui Draghi ha visitato la mostra “Ogni uomo al suo lavoro. Domande e esperienze a partire dal Manifesto del Buon Lavoro”. Per tutta la durata della visita ha ascoltato la testimonianza di alcuni volontari che raccontano ai visitatori il senso del progetto. “Un tempo gli operai non erano servi. Lavoravano. Coltivavano un onore, assoluto, come si addice a un onore” si legge in uno dei pannelli mostrati all’ex governatore. Accanto a lui anche il presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia tra i popoli, Bernhard Scholz, e al direttore del Meeting Emmanuele Forlani. L’ex premier è stato raggiunto anche dalla segretaria generale della Cisl, Daniela Fumarola, con cui ha scambiato poche parole. Al termine della visita alcuni visitatori hanno urlato “Bravo” alla volta di Draghi, facendo partire un applauso. Uno dei tanti che il “popolo di Cl” gli rivolgerà nel tardo pomeriggio durante il convegno.

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