La Corte di Cassazione ha definitivamente respinto il ricorso del venditore coinvolto in una complessa causa immobiliare ad Ardea, confermando la condanna a restituire il doppio della caparra versata dall’acquirente. Il venditore aveva presentato un ricorso basato su dieci motivi, sostenendo, tra le altre cose, che l’immobile fosse comunque vendibile, che l’acquirente non avesse cercato un mutuo e che la somma versata fosse un semplice acconto e non una caparra confirmatoria. I giudici della Cassazione hanno esaminato attentamente tutte le argomentazioni e le hanno rigettate punto per punto. La Corte ha ribadito l’obbligo del venditore di dimostrare di essersi attivato con diligenza per regolarizzare la situazione dell’immobile, in conformità sia alla legge che al contratto preliminare stipulato. Con questa sentenza, la vicenda si chiude, consolidando un precedente importante sulla tutela degli acquirenti nel mercato immobiliare e sull’importanza della regolarità documentale degli immobili in vendita.






