mercoledì, Novembre 5, 2025

Mattarella in visita di Stato in Slovenia. Presidente Musar: “Orgogliosi della relazioni con Roma”

Sergio Mattarella è in Slovenia per una visita ufficiale. Il capo dello Stato è in visita a Lubiana per una due giorni con la presidente slovena, Nataša Pirc Musar, con la quale si recherà anche a Capodistria, dove è in programma un incontro con la comunità autoctona italiana. Il presidente della Repubblica aveva già incontrato la premier in diverse occasioni: l’ultima a febbraio, tra Gorizia e Nova Gorica, per l’inaugurazione della Capitale europea della Cultura; lo scorso dicembre, a Roma, e prima ancora a Brdo, nell’aprile del 2024, per celebrare i 20 anni dell’ingresso della Slovenia nell’Unione Europea. “Dall’Ucraina giungono segnali allarmanti”, di fronte a tentativi di pace, “si vedono bombardamenti quotidiani diurni e notturni sulla popolazione civile”, ha detto il Capo dello Stato, nella prima tappa della sua visita. L’episodio di droni in Polonia è “gravissimo” – ha proseguito -. “Quel che crea allarme e che ci si muove su un crinale dal quale si può scivolare in un baratro di violenza incontrallato”. Quanto avviene in Ucraina viene accentuato anche dalle “dichiarazioni minacciose del Cremlino ai paesi europei che sono un elemento che induce all’allarme. Il rischio estremamente alto che si scivoli in un conflitto di dimensioni inimmaginabili e incontrollabile”. Mattarella incontrerà il personale dell’Ambasciata d’Italia a Lubiana e i rappresentanti di altre istituzioni e della collettività italiana, quindi si sposterà a Capodistria, dove sarà nel Collegio dei Nobili, un complesso scolastico di lingua italiana oggetto di una lunga ristrutturazione, che sarà inaugurato dai due presidenti. Dopo la cerimonia, intorno alle 12, entrambi si recheranno nella sede della comunità italiana per incontrarne i principali rappresentanti. Nel pomeriggio, dopo il pranzo a villa Tartini e la visita in municipio, Mattarella parteciperà a una solenne riunione del Consiglio comunale di Capodistria. Ultimo appuntamento, prima di ripartire per Roma dall’aeroporto di Ronchi, la visita alla cattedrale e l’incontro con il vescovo. In un’intervista, la presidente Pirc Musar ha detto che le comunità autoctone su entrambi i lati del confine “operano come ponti naturali tra i due Paesi, in quanto storicamente radicate nel territorio e nella cultura. Il loro coinvolgimento nel dialogo rappresenta un elemento essenziale di riconciliazione”. Testimonianza degli ottimi rapporti tra i due Stati, ha osservato ancora la presidente della Slovenia, è il progetto GO!2025, la prima capitale europea della cultura transfrontaliera, inimmaginabile vent’anni fa e oggi simbolo di tutte le iniziative che “rappresentano un grande passo avanti nella cooperazione e nel rafforzamento dei rapporti, di cui possiamo essere orgogliosi sia a Roma che a Lubiana”. Secondo Pirc Musar, la fiducia dell’Ue si manifesta concretamente nella sua capacità di trasformare il potere economico in potere politico e di affermarsi come protagonista riconosciuta in un contesto globale, dove si delineano nuovi equilibri di potere. In un’ottica regionale, Slovenia e Italia condividono la convinzione che il futuro dei Balcani occidentali sia nell’Ue, per questo “l’impegno comune è che l’allargamento sia un processo politicamente chiaro, con incentivi alle riforme per promuovere la stabilità”. Attenzione particolare per le complesse situazioni in Bosnia-Erzegovina e in Kosovo, dove è necessario costruire la convivenza in maniera graduale. “Per il Kosovo, il primo passo è la normalizzazione dei rapporti tra Belgrado e Pristina. In Bosnia è indispensabile una maturità politica interna, senza interrompere il sostegno della comunità internazionale”.

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