giovedì, Novembre 13, 2025

Paola Cortellesi consegue il dottorato honoris causa in scienze infermieristiche

Una giornata speciale per Paola Cortellesi, che ha conseguito presso l’università Tor Vergata di Roma un dottorato honoris causa in Scienze infermieristiche e sanità pubblica. 
“Mi sono chiesta il perché di  questo vostro riconoscimento, di cui sono onorata, e cosa avessero in  comune i nostri rispettivi mestieri – ha detto l’attrice e regista romana durante la cerimonia di consegna presso l’Auditorium ‘Ennio Morricone’ della Facoltà di Lettere dell’ateneo capitolino – Ho pensato all’empatia, alla  necessità di mettersi nei panni dell’altro. Nel mio lavoro è un punto  di partenza obbligato, imprescindibile. Bisogna osservare,  comprendere, ascoltare. Ci si immedesima – ha proseguito – per essere credibili e  convincenti, ma è finzione, a un certo punto si esce dal personaggio.  Nel vostro lavoro, specie in quello di chi cura e assiste, l’empatia è ugualmente imprescindibile, con la differenza sostanziale che non si  tratta di un esercizio di stile, è la vita vera”. 
“Ricevo questo riconoscimento per aver criticato, attraverso i miei  lavori, la discriminazione di genere come narrazione storica –  aggiunge Cortellesi – La discriminazione non è solo un fatto sociale o politico, è una costruzione culturale tramandata nei libri, nelle  parole, nell’indifferenza, nei modelli che ci vengono imposti sin  dall’infanzia. Dobbiamo smontare questa narrazione – ha affermato –  Possiamo metterci in gioco per la difesa dei diritti delle donne,  delle bambine e delle adolescenti, perché sappiamo cosa significhi  crescere con addosso aspettative che non abbiamo scelto, e sappiamo  quanto sia urgente che ogni bambina possa vedersi rappresentata come  soggetto di diritti e non come oggetto di giudizi”. Il cammino verso l’eliminazione delle disuguaglianze e delle  discriminazioni di genere, continua l’attrice e regista, “trova in  questa sede prestigiosa, nei luoghi del sapere, dell’educazione e  della cura alleati e alleate. Considero questa onorificenza non solo  un premio all’impegno, ma anche come un segno che l’impegno collettivo può cambiare le cose”. Quindi la dedica “alle colleghe e ai colleghi  artisti, negli ultimi tempi ingiustamente vilipesi, e a chi, come voi, continua a credere che la parola, gli esempi e le storie possano  diventare strumenti di trasformazione sociale”. In merito al suo percorso di formazione  accademica e sul campo, Cortellesi ha raccontato che da giovane non ha  conseguito la laurea, “ho interrotto gli studi universitari in Lettere e filosofia a metà del percorso, per studiare teatro. Mi piaceva tanto far ridere – ha spiegato – così ho iniziato a lavorare come comica. Negli  anni ho potuto declinare questo lavoro in tanti modi e su palcoscenici diversi. Ho avuto molte soddisfazioni professionali, la più importante delle quali è stata la libertà di scrivere le storie che mi stavano a  cuore e sentirmi responsabile delle emozioni di chi le guarda”.  
La regista di “C’è ancora domani” ha inoltre raccontato la sua esperienza di visite nei reparti pediatrici.  “La prima volta, prima di  entrare – ha ricordato – ho sbirciato nella stanza e mi sono bloccata sulla soglia  pietrificata, assalita da un senso di impotenza e sentendomi molto  inopportuna. C’è poco da ridere in quei reparti. Eppure, chi ci  lavora, lascia quotidianamente a casa le difficoltà della propria vita per dedicarsi agli altri. La caposala che mi accompagnava – ha aggiunto – vedendomi in difficoltà, mi ha stretto le spalle e con la voce gentile dell’esperienza ha pronunciato il mantra di artisti e saltimbanchi,  quello che tutti conoscono e che qualcuno usa anche a sproposito, ma  che in quel momento era carico del suo significato più bello: ‘The  show must go on’. Sono entrata nella stanza e ho dato il massimo, per  ciò che mi compete. Ho cercato di essere la migliore buffona di  sempre. Aver strappato quel sorriso, lì dentro, non ha risolto niente, non ha cambiato le cose, ma forse ha rappresentato un attimo di  sollievo. Ci sono luoghi – ha concluso Cortellesi – in cui si lavora anche per gli istanti”. 
Per l’attrice e regista capitolina sono arrivate le parole di stima da parte del rettore dell’università di Tor Vergata Nathan Levialdi Ghiron. “Il conferimento di questo titolo rappresenta per noi non solo un riconoscimento a una straordinaria artista – ha dichiarato il rettore – ma soprattutto un omaggio a una donna che ha saputo coniugare il talento creativo alla responsabilità sociale, ponendo la sua voce e la sua immagine a servizio di cause fondamentali. Fin dagli esordi ha scelto di impegnarsi in importanti battaglie  civili: la difesa dei diritti delle donne, dell’infanzia,  dell’adolescenza, il diritto universale alla salute – ha proseguito Levialdi Ghion –  Ha sostenuto la ricerca scientifica, la prevenzione  e la raccolta fondi per gli ospedali, dimostrando una vicinanza  autentica a chi vive fragilità e sofferenza”.  
“Il suo  recente capolavoro ‘C’è ancora domani’ – ha infine dichiarato il rettore di Tor Vergata – ha inoltre  saputo raccontare con profondità e delicatezza la condizione delle  donne: il peso delle disuguaglianze, la forza di chi non rinuncia alla libertà e alla dignità.  Un’opera che ha emozionato, fatto riflettere e,  soprattutto – ha concluso Levialdi Ghiron – che ha aperto un dialogo  nuovo e necessario nel nostro Paese”. 

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