Studenti, operai, liberi professionisti. Oggi hanno lasciato la loro sedia vuota per scendere in piazza Cinquecento, davanti alla stazione Termini, e gridare forte il loro no alla guerra. In oltre trentamila hanno partecipato al corteo che ha attraversato il cuore della capitale, paralizzando il traffico e chiedendo a gran voce una Palestina libera. “Mi sono assentata dal lavoro – racconta Anna Maria – perché non ce la faccio più a seguire tutto quello che sta accadendo. Questo genocidio è insopportabile”. Lucia, restauratrice, ha fatto la stessa scelta: “È importantissimo – spiega – per aprire gli occhi a tutti quelli che ancora li tengono chiusi e dormono”. Anche Francesco, dipendente delle Ferrovie dello Stato, oggi ha scioperato per partecipare alla manifestazione. “L’obiettivo è creare disagio – dice – scioperare a livello umano è importante, fondamentale”. Daniela aggiunge: “Sarebbe da bloccare tutto il mondo di fronte a quello che sta accadendo. Ne va del futuro dei nostri figli, non è solo la Palestina, è l’umanità intera”. Tra i manifestanti anche tanti giovani. Leonardo, studente universitario, sintetizza lo spirito della giornata: “Vogliamo un mondo più giusto, dove ogni popolo abbia il proprio stato, i propri diritti e la propria dignità”. Il corteo, accompagnato da bandiere e cori per la pace, ha rappresentato una delle manifestazioni più partecipate degli ultimi mesi nella capitale.