giovedì, Dicembre 4, 2025

Tarquinia, troppe case vuote e famiglie senza alloggio

“Troppe case senza gente, troppa gente senza case.” Uno slogan che ha attraversato gli anni e che oggi, a Tarquinia, suona più attuale che mai. Nella città etrusca, infatti, non mancano edifici disabitati, appartamenti vuoti e palazzine lasciate al degrado: un patrimonio immobiliare che, secondo molti, rappresenta il simbolo di un modello di sviluppo urbanistico non più sostenibile. Su questo tema torna a intervenire Luigi Caria, esponente della Federazione Pci di Viterbo, che raccoglie e rilancia l’appello del segretario locale Parrino: «Il Comune di Tarquinia – afferma Caria – dovrebbe impegnarsi concretamente per recuperare questi spazi e restituirli alla collettività, applicando semplicemente i principi della nostra Costituzione». Un invito chiaro a riconvertire gli immobili abbandonati in alloggi sociali o in strutture utili alla comunità, contrastando al tempo stesso la speculazione edilizia e la spinta verso nuove costruzioni. L’obiettivo, sottolinea il Pci, è quello di affrontare l’emergenza abitativa che colpisce un numero crescente di famiglie, specie quelle con redditi bassi o in condizioni di fragilità. Secondo i promotori dell’iniziativa, Tarquinia potrebbe diventare un esempio virtuoso di rigenerazione urbana sostenibile, valorizzando il già esistente invece di consumare nuovo suolo. “Il diritto alla casa – aggiunge Caria – è un diritto fondamentale. È dovere delle istituzioni garantire a tutti un tetto dignitoso, recuperando ciò che è stato abbandonato e trasformandolo in una risorsa per la comunità.” Un messaggio che punta a riaccendere il dibattito su un tema antico ma ancora irrisolto: come conciliare sviluppo, giustizia sociale e tutela del territorio in una città che ha ancora molto da raccontare — e da ricostruire.

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