sabato, Novembre 22, 2025

Droni ucraini contro infrastrutture energetiche a Volgograd. Zelensky istituisce l’amministrazione militare a Odessa

Un massiccio attacco ucraino con droni contro infrastrutture energetiche si è verificato nella regione di Volgograd, in Russia. Lo comunica la Tass precisando che la caduta dei detriti di un velivolo senza pilota, colpito dalla contraerea, ha causato un incendio nella sottostazione elettrica di Balashovskaya. Il rogo – ha riferito il governatore Andrei Bocharov – è stato spento. Il direttore generale dell’AIEA, Rafael Grossi, ha detto di aspettarsi che comincino “presto” le riparazioni per ristabilire l’alimentazione della centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia. Secondo lui, la situazione attuale “non è sostenibile”. “Continuo a consultare la Russia e l’Ucraina in modo che questi lavori possano iniziare nei prossimi giorni”, ha detto in un comunicato il capo dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica. Il sito, occupato da marzo 2022 dalle forze russe, ha perso la connessione alla rete per la decima volta il 23 settembre. Questo è il blackout totale più lungo della centrale nucleare dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. La centrale, la più grande d’Europa, è da allora alimentata da sette generatori diesel di emergenza. Secondo Grossi, “sono necessarie riparazioni alle linee elettriche su entrambi i lati della linea del fronte, a diversi chilometri dal sito”. Secondo l’AIEA, la sicurezza nucleare al momento rimane “mantenuta”; il combustibile nucleare dei sei reattori fuori uso continua a essere raffreddato in modo efficiente e il livello di radioattività è normale. Situata vicino alla città di Energodar, lungo il fiume Dniepr, la centrale nucleare è vicina alla linea del fronte. Il team dell’AIEA in loco “continua a segnalare attività militari a diverse distanze dal sito”. I sei reattori della centrale, che prima della guerra producevano circa un quinto dell’elettricità dell’Ucraina, sono stati fermati dopo la conquista da parte di Mosca. Tuttavia, la centrale ha bisogno di elettricità per mantenere i suoi sistemi di raffreddamento e sicurezza che impediscono un incidente nucleare, come ad esempio la fusione del nucleo dei reattori. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha posto Odessa sotto amministrazione militare dopo aver revocato ieri la cittadinanza a Gennadiy Trukhanov, sindaco della città da oltre 10 anni, accusato di essere in possesso di passaporto russo. In un decreto emanato oggi, il capo dello Stato ha istituito una nuova amministrazione militare per contrastare l’invasione russa e ha ne ha nominato a capo il generale dei servizi segreti Serhii Lysak, che è stato contemporaneamente sollevato dalla carica di governatore militare della regione di Dnipropetrovsk, ruolo che ricopriva da più di due anni e mezzo. Trukhanov ha negato l’accusa di detenere il passaporto russo e intende ricorrere contro la decisione di Zelensky. Tuttavia, a causa della perdita della cittadinanza, è stato comunque rimosso dalla carica di sindaco e potrebbe persino essere espulso. “Troppe questioni di sicurezza a Odessa sono rimaste irrisolte per troppo tempo”, ha dichiarato Zelensky ieri, aggiungendo che la città ha bisogno di maggiore protezione e sostegno.
I giornalisti investigativi del portale russo The Insider hanno messo in dubbio l’autenticità dei documenti presentati dal servizio di intelligence ucraino Sbu che indicano che Trukhanov è cittadino russo. La loro verifica del numero di passaporto ha dimostrato che il documento era stato rilasciato cinque anni prima a una donna. Inoltre, la copia pubblicata conteneva un errore nella traslitterazione inglese del suo nome. L’incontro alla Casa Bianca con Donald Trump “può davvero avvicinare la fine della guerra. Gli Stati Uniti hanno la capacità di esercitare un’influenza globale di questo livello, e stiamo facendo tutto il possibile perché il resto del mondo sia al nostro fianco in questo impegno”. Lo ha scritto su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. “In questo momento la nostra delegazione si trova già a Washington, dove ha iniziato gli incontri preparatori al proprio livello”, ha spiegato. “Stanno gettando le basi per il colloquio con il presidente degli Stati Uniti, ma anche per i contatti con le aziende americane della difesa, in particolare i produttori di sistemi di difesa aerea, e con i rappresentanti del settore energetico”, ha aggiunto. La possibile consegna di missili Tomahawk da parte di Washington all’Ucraina comportera’ una pericolosa escalation nelle relazioni tra Russia e Stati Uniti e spostera’ la situazione su un altro terreno, ha ammonito il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov. “Non abbiamo richiesto un incontro per convincere l’amministrazione statunitense che si tratta di un passo molto pericoloso. Partiamo dal presupposto che ci siano persone intelligenti ed esperte che capiscono tutto perfettamente, perche’ questo spostera’ la situazione su un terreno completamente diverso”, ha dichiarato in un’intervista al quotidiano Kommersant, rispondendo, in particolare, alla domanda se Mosca sia in grado di convincere l’attuale amministrazione statunitense ad abbandonare l’idea di fornire i missili a lungo raggio che chiede Kiev. “Nessuno degli esperti nega che solo il personale militare del Paese produttore possa controllare tali sistemi. Oltre a trasformare la ‘guerra’ di Joe Biden nella ‘guerra’ di Donald Trump, cio’ comporterebbe anche una pericolosa escalation delle relazioni tra Russia e Stati Uniti. Non ho dubbi che lo capiscano”, ha affermato Lavrov. 

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