lunedì, Novembre 17, 2025

Pamela Genini uccisa dal compagno, il Gip convalida il fermo

“Si è avvalso della facoltà di non rispondere. Non è in condizioni lucidissime. Ha proceduto solo con la nomina del difensore di fiducia e poi ha dichiarato di non voler procedere con l’interrogatorio. Fisicamente dimesso con questo vistoso cerotto sul collo. Non è ancora pienamente consapevole di quello che è successo. Non lucido e dimesso. È stato una notte in ospedale, è in isolamento da ieri quando è stato dimesso, immagino che non sia ancora pienamente sul centro di quello che è successo”. Così l’avvocato Simona Luceri, difensore di ufficio di Gianluca Soncin, al termine dell’interrogatorio di convalida del fermo. Gianluca Soncin, 52 anni, accusato della morte di Pamela Genini, 29 anni, si è avvalso della facoltà di non rispondere nell’interrogatorio di convalida del fermo davanti al gip Tommaso Perna. L’interrogatorio, iniziato alle 10 è terminato dopo circa un’ora. L’accusa è di omicidio volontario pluriaggravato aggravato. Il Gip ha accolto la richiesta della procura e ha convalidato il fermo del 52enne disponendo la misura della custodia cautelare in carcere. Nell’imputazione si dice che l’avrebbe ammazzata “al culmine di una serie di condotte persecutorie” e “dopo averla ripetutamente minacciata di morte”. Per l’omicidio, secondo le indagini della Polizia e della pm di Milano Alessia Menegazzo, si sarebbe anche “procurato una copia delle chiavi di casa”. Contestate come aggravanti, oltre alla premeditazione e allo stalking, anche i “futili motivi” e la “crudeltà”. Anche se non ci sono, almeno a Milano, denunce per stalking nei confronti del 52enne sporte dalla vittima più di un testimone avrebbe riferito di atteggiamenti minatori e minacce contro la donna uccisa con numerose coltellate. Inoltre l’uomo, sottoposto a fermo di indiziato di delitto, si era portato il coltello da casa. Sulla richiesta di convalida del fermo e custodia cautelare in carcere dovrà decidere un gip. Dai primi accertamenti, però, Gianluca Soncin aveva già avuto, in passato, problemi di maltrattamenti in famiglia. I fatti, risalenti ad una quindicina di anni fa, avevano mostrato un’indole aggressiva da parte dell’uomo, anche se non erano mai stati di gravità tale da poter delineare una personalità così maligna. Nel corso della relazione con la 29enne, poi, l’uomo aveva più volte minacciato di morte la ragazza e la sua famiglia, ma tutto si era sempre risolto senza conseguenze, né denunce. L’ex fidanzato Francesco Dolci è intervenuto anche Storie italiane su Rai1: “Pamela voleva scappare – ha detto – stava programmando la fuga. Voleva una famiglia, un ragazzo normale, crearsi un futuro e sposarsi, non lo voleva da lui. Era arrivata al punto di andare all’estero, mossa dalla disperazione. Era entrata in un vortice spirale, ma ne stava uscendo finalmente: aveva ricominciato a circondarsi di amici, amiche e le portava a casa perché almeno si sentiva più protetta. Noi – ha ricordato – le abbiamo detto di denunciarlo tante volte, ma lui le diceva ‘lo sai che ti succede se mi lasci o mi denunci’. E ancora: ”All’inizio di questa relazione, Pamela si era distaccata da tutti, da tutto il resto. Ci stavamo iniziando a preoccupare e nel maggio dell’anno scorso, ha iniziato a raccontarmi alcuni episodi strani: per esempio gli amici di lui una volta hanno detto: ‘Mi raccomando Gianluca, non fare del male a Pamela, non picchiarla. Lei è brava”. Lei ha guardato lui come a dire ‘ma che dicono questi”’. Faceva appostamenti, la seguiva, la minacciava. Ha vissuto un incubo, tante cose non le raccontava per vergogna perché non voleva essere giudicata. Stava con uno psicopatico e lei me lo diceva”. “Questo è un mostro, lo dicevo a Pamela. Lui da tempo – ha continuato l’ex fidanzato – premeditava quello che ha fatto, minacciava di ammazzare lei, la madre, la famiglia, la sorella incinta”. “Io ero al telefono con Pamela – ha raccontato ripercorrendo gli ultimi istanti di vita della giovane – si sentiva sicura in casa perché era convinta che non si potesse fare il doppione delle chiavi, lui invece l’aveva fatto di nascosto e si è intrufolato in casa. Ha iniziato a gridare ‘aiuto’ e poi a scrivermi messaggi. Mi ha chiesto di chiamare la polizia, io l’ho chiamata subito, ma alla fine il mostro ha fatto quello che aveva già in mente da tempo di fare”. Dolci ha ricordato gli episodi di violenza che hanno preceduto il femminicidio: “All’Isola d’Elba aveva tentato di buttarla giù dal terrazzo e ucciderla solo perché una coppia aveva fatto i complimenti al suo cane Bianca”. “Da quel momento – ha sottolineato – aveva iniziato a girare armato. Ha iniziato un’escalation: botte, schiaffi senza motivo, pugni sui denti. Chiedeva scusa ma era semplicemente un gioco a rialzo per arrivare dove doveva arrivare”.

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