venerdì, Novembre 7, 2025

Corviale, nasce la prima “curva antimafia” d’Italia: al Campo dei Miracoli il tifo diventa simbolo di legalità e rinascita

“La curva esulta e la mafia è distrutta”. È questo il coro che ha riecheggiato forte e chiaro nel quartiere di Corviale, dove martedì 21 ottobre è stata inaugurata la prima curva antimafia d’Italia, insieme al nuovo spogliatoio del Campo dei Miracoli, il cuore pulsante del progetto Calciosociale. Un evento carico di emozione e significato, in un luogo simbolo della periferia romana che da anni si impegna a trasformare il calcio in uno strumento di inclusione, educazione e legalità. “Vi accogliamo con un inno della nostra curva che è rivoluzionaria”, ha detto al microfono uno dei giovani protagonisti del progetto. “Non ci pieghiamo davanti a chi usa il calcio per fare del male, perché crediamo nella libertà, nella giustizia e nella bellezza del tifo”.

La nascita della curva antimafia

A spiegare la filosofia di questa nuova struttura è Massimo Vallati, presidente del Calciosociale: “È stato un giorno speciale. Da quando abbiamo inaugurato il Campo dei Miracoli con il presidente Mattarella, sognavamo di realizzare la prima curva antimafia del Paese: una curva etica, positiva e gioiosa. Finalmente abbiamo un contenitore dove far esplodere la nostra visione di un calcio diverso. È un’opera che non aggiunge soltanto posti, ma voce”. La nuova curva, costruita interamente in legno e coperta, rappresenta molto più di uno spazio per i tifosi: è un luogo di comunità, dove il tifo diventa veicolo di valori, un grido collettivo contro ogni forma di violenza, illegalità e discriminazione.

Il progetto Calciosociale

Il Calciosociale nasce proprio a Corviale come esperienza di sport solidale e partecipato, in cui giovani, adulti, persone con disabilità e famiglie giocano insieme, abbattendo barriere sociali e culturali. Dal “Serpentone” — lo storico palazzo di cemento simbolo del quartiere — l’idea ha iniziato a diffondersi, ispirando iniziative simili in altre città italiane. Oggi, con la nascita della “curva antimafia”, il progetto compie un passo ulteriore: il calcio diventa presidio di legalità e di speranza, un megafono di giustizia sociale in una periferia che sceglie di non restare in silenzio. “Il calcio può educare, unire, guarire. Ma solo se torna ad essere di tutti — ha concluso Vallati —. Qui a Corviale, stiamo dimostrando che si può tifare senza odio, si può vincere anche senza violenza. E che la bellezza, alla fine, vince sempre”.

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