sabato, Novembre 22, 2025

Il viaggio di Trump in Asia, più affari che diplomazia. Parlerà con Xi di dazi e terre rare

E’ iniziato il lungo viaggio di Donald Trump in Asia – il primo da quando è tornato alla Casa Bianca – con gli occhi del mondo puntati sul possibile incontro con il presidente cinese Xi Jinping. L’occasione è data dal summit dell’Associazione delle Nazioni del Sud-Est asiatico (Asean) in Malaysia e dal vertice della Cooperazione economica Asia-Pacifico (Apec) a Busan, in Corea del Sud, ma l’obiettivo è un round di colloqui per tirare le fila di mesi di guerra commerciale. Qualche sorpresa potrebbe arrivare dagli appuntamenti già in agenda con il presidente brasiliano Ignacio Lula da Silva e con la neoeletta premier giapponese Sanae Takaichi. L’unico evento che potrebbe eguagliare l’importanza dell’incontro con Xi sarebbe un incontro a sorpresa con il leader nordcoreano Kim Jong-un. Le voci si sono intensificate dopo che il ministro dell’unificazione sudcoreano Chung Dong-young ha affermato che potrebbe esserci un nuovo incontro tra i due nella zona demilitarizzata (DMZ), come avvenne nel 2019 e dove in questi giorni sono state sospese le visite. “Mi piacerebbe, lui sa che stiamo andando lì”, ha detto Trump rispondendo a una domanda dei giornalisti su un eventuale incontro con Kim. “Gliel’abbiamo fatto sapere, sa che sto andando”, ha aggiunto Trump. “Mi trovo moltobene con lui”, ha concluso. La prima tappa di Trump sarà a Kuala Lumpur, dove parteciperà a un vertice regionale. Durante il suo primo mandato aveva preso parte una sola volta al summit annuale dell’Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico (ASEAN), ma quest’anno l’incontro arriva in un momento in cui Malaysia e Stati Uniti stanno collaborando per risolvere uno scontro tra Thailandia e Cambogia. Domenica è previsto un incontro con il primo ministro malese Anwar Ibrahim, seguito da una cerimonia di firma congiunta con i primi ministri di Thailandia e Cambogia. Trump aveva minacciato all’inizio dell’anno di sospendere gli accordi commerciali con i due Paesi se non avessero interrotto le ostilità; la sua amministrazione, insieme alla Malaysia, ha da allora lavorato per consolidare una tregua ampliata. Il primo ministro malese è sicuro di riuscire a siglare un accordo commerciale sui dazi e un altro sugli investimenti in ambito di microprocessori, intelligenza artificiale ed energia. Qui saranno anche gettate le basi per un’intesa commerciale tra Washington e Pechino: a Kuala Lumpur il segretario Usa al Commercio Scott Bessent incontrerà il vicepremier cinese He Lifeng per definire il perimetro di quell'”accordo su tutto” che Trump è sicuro di riportare a casa. Il presidente Usa e quello cinese, comunque, non arrivano all’appuntamento sull’entusiastica onda dell’armonia: la stretta imposta da Pechino all’esportazione delle terre rare ha innescato la rappresaglia trumpiana con un inasprimento dei dazi. Trump potrebbe inoltre incontrare il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva, che vorrebbe convincere gli Stati Uniti a ridurre del 40% le tariffe sulle importazioni brasiliane. Washington ha giustificato tali tariffe citando il procedimento giudiziario contro l’ex presidente Jair Bolsonaro, alleato di Trump. Lula ha anche criticato le operazioni militari statunitensi al largo della costa sudamericana con il pretesto della lotta al narcotraffico, e ha dichiarato di voler sollevare la questione con Trump durante l’incontro di domenica che la Casa Bianca non ha ancora confermato ufficialmente. “Penso che ci incontreremo, sì”, ha detto il tycoon ai giornalisti a bordo dell’Air Force One durante il viaggio verso l’Asia. Alla domanda sulla possibilità di ridurre i dazi imposti al Brasile, Trump ha risposto: “a determinate condizioni”. Trump si recherà in Giappone e Corea del Sud, dove si prevede che discuterà accordi di investimento per almeno 900 miliardi di dollari in fabbriche e altri progetti statunitensi, in cambio di una riduzione dei dazi dal 25% al 15%. La tappa di Tokyo arriva una settimana dopo l’elezione della nuova prima ministra giapponese, Sanae Takaichi, la prima donna a ricoprire tale incarico. Giurando da premier, si è presentata al mondo come la ‘lady di ferro giapponese’, in onore della britannica Margaret Thatcher di cui anche Trump è un ammiratore. In cambio di un accordo chiuso a luglio che ha portato a un abbassamento di dazi punitivi, il Giappone si è impegnato a investire 550 miliardi di dollari negli Stati Uniti. Ma c’è un trucco: solo il 2% di questo monumentale importo sarà in investimenti diretti: il resto sarà in prestiti e garanzie. Un giochetto che non è sfuggito all’inquilino della Casa Bianca che, c’è da aspettarsi, affronterà la questione nel corso dei colloqui con la neopremier. Durante il soggiorno, è previsto che Trump venga ricevuto dall’imperatore Naruhito e che incontri le truppe statunitensi di stanza in Giappone, secondo quanto riferito da un alto funzionario americano. In Corea del Sud, Trump parteciperà al vertice della Cooperazione Economica Asia-Pacifico (APEC), dove avrà un atteso incontro con il presidente cinese Xi Jinping. Mentre il summit si terrà a Gyeongju, l’incontro Trump–Xi dovrebbe svolgersi a Busan, secondo la stessa fonte. L’appuntamento segue mesi di tensioni nella guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti che hanno scosso l’economia globale. Trump si è infuriato dopo che Pechino ha imposto nuovi controlli sulle esportazioni di terre rare usate nella tecnologia e ha minacciato di aumentare le tariffe di ritorsione. Nonostante ciò, questa settimana si è detto ottimista, prevedendo di raggiungere con Xi un “accordo fantastico”. Il negoziato sui dazi è invece ancora in corso con la Corea del Sud. A luglio Trump ha accettato di ridurli al 15% in cambio dell’impegno a investire 350 miliardi negli Stati Uniti, ma l’arresto e l’espulsione di centinaia di operai sudcoreani che stavano costruendo una fabbrica della Hyundai in America ha inasprito i toni del negoziato. Il primo ministro indiano Narendra Modi dovrebbe partecipare al vertice Asean in videoconferenza, mentre Nuova Delhi non ha ancora raggiunto un accordo commerciale formale con l’amministrazione Trump. Le relazioni tra i due Paesi si sono deteriorate ad agosto, quando Washington ha aumentato i dazi sulle esportazioni indiane al 50%, ma da allora i due leader hanno adottato un tono più conciliante.

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