giovedì, Novembre 6, 2025

Estorsione con metodo mafioso, torna in carcere Alessandro Capriotti

Torna in carcere Alessandro Capriotti, noto come il Miliardero” o “il Fornaro”, il cui nome è già comparso nelle indagini per l’omicidio di Fabrizio Piscitelli, “Diabolik”, ucciso nel parco degli Acquedotti nell’agosto del 2019. Arrestato nel novembre del 2024 dai carabinieri in un’operazione che aveva sgominato una banda di trafficanti e spacciatori fra Roma e Ostia che faceva arrivare la droga dall’Olanda, Capriotti un mese dopo aveva ottenuto i domiciliari per motivi di salute. Ieri il rientro in carcere per una nuova inchiesta, con altre accuse: estorsione aggravata dal metodo mafioso nei confronti di un imprenditore attivo nell’e-commerce. Secondo la ricostruzione dei carabinieri Capriotti insieme a un complice avrebbe tentato di estorcere la somma di 2 milioni di euro a un consulente di un’azienda specializzata nell’import/export di prodotti tecnologici. La vittima, a partire dalla fine dello scorso anno, intratteneva rapporti d’affari con il complice di Capriotti, intermediario per alcune imprese, che gli procacciava una vendita di materiale informatico per l’ingente somma di 9 milioni di euro. Dopo alcuni mesi dall’inizio dell’operazione commerciale, la società del malcapitato si trovava costretta a intraprendere un’azione legale nei confronti della ditta acquirente per essere risultata nel tempo insolvente nei pagamenti. Affinché non venisse intrapresa alcuna azione legale di recupero del credito, l’intermediario iniziava a pressare e a minacciare il consulente fino a portarlo da Capriotti, esponente di vertice nel mondo criminale capitolino e in quel momento sottoposto agli arresti domiciliari. Da quel momento il malcapitato iniziava a subire gravi minacce, intimidazioni e aggressioni fisiche nonché l’ulteriore richiesta del pagamento di un’ingiustificata e ingente somma di denaro pari a 2 milioni di euro. In breve tempo, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma, iniziavano una serie di attività investigative che consentivano di raccogliere, a carico dei due soggetti, Capriotti e il suo complice, gravi elementi indiziari circa le loro responsabilità in ordine al reato di estorsione, sulla base dei quali veniva emesso dall’Autorità Giudiziaria un fermo di indiziato di delitto. Capriotti al momento dell’arrivo dei carabinieri del nucleo investigativo di Roma era in una clinica della Capitale dove era in corso un “vertice” con Salvatore Nicitra e Riccardo Brugia. Anche questi ultimi sono stati arrestati perché a casa di Brugia è stata trovata una pistola con matricola abrasa mentre Nicitra per violazione delle prescrizioni della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno.

Articoli correlati

Ultimi articoli