sabato, Novembre 22, 2025

Hamas: “Consegneremo le armi se finisce l’occupazione”

“Le armi di Hamas sono legate all’esistenza dell’occupazione e dell’aggressione israeliana e, se l’occupazione dovesse finire, queste armi verrebbero consegnate allo Stato”. Lo ha dichiarato il leader di Hamas, Khalil al-Hayya, in un’intervista esclusiva con Al Jazeera Arabic, specificando che il futuro delle armi di Hamas è ancora in fase di discussione con le altre fazioni armate e i mediatori. Nell’intervista al-Hayya ha anche sottolineato che Hamas non ha alcuna riserva nel trasferire le responsabilità amministrative di Gaza a qualsiasi organismo nazionale palestinese, Hamas vuole anche che si tengano elezioni in tutta la Palestina.”Accettiamo le forze delle Nazioni Unite come controllori delle frontiere e del cessate il fuoco a Gaza – ha aggiunto – Non siamo soddisfatti della quantità di aiuti che arrivano nella Striscia di Gaza e chiediamo l’intervento dei mediatori. Gaza ha bisogno di 6.000 camion di aiuti al giorno, non solo di 600. La questione umanitaria ci preoccupa e Israele continua a ritardare l’arrivo degli aiuti a Gaza”.Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato che Israele avrà il diritto di veto sui membri della forza di sicurezza Gaza.  Netanyahu ha aggiunto che Israele sarà l’unico a decidere quali Paesi ammettere a fare parte della forza internazionale.
In base all’accordo di cessate il fuoco tra Hamas e Israele, mediato dagli Stati Uniti, una coalizione di potenze prevalentemente arabe e musulmane schiererà truppe nel territorio palestinese. Ma Netanyahu, che si oppone al ruolo della Turchia, sua rivale regionale, ha dichiarato: “Abbiamo chiarito che, per quanto riguarda le forze internazionali, Israele determinerà quali forze sono per noi inaccettabili”.Hamas ha ampliato la ricerca dei corpi degli ostaggi nella Striscia di Gaza, ha dichiarato il gruppo palestinese, il giorno dopo che l’Egitto ha inviato una squadra di esperti e attrezzature pesanti per aiutare a recuperarli. In base al cessate il fuoco mediato dagli Stati Uniti, entrato in vigore il 10 ottobre, Hamas dovrebbe restituire i resti di tutti gli ostaggi israeliani il prima possibile. Israele ha accettato di restituire 15 corpi di palestinesi per ogni corpo restituito. Israele conduce attacchi a Gaza a propria discrezione e “non cerca l’approvazione di nessuno”. Lo ha affermato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu negando che gli Stati Uniti “controllino” e “dettino la politica di sicurezza di Israele”. In precedenza Haaretz aveva riferito che Washington si aspetta che Tel Aviv li informi in anticipo di eventuali attacchi a Gaza, compresi raid aerei.Israele non conosce l’ubicazione di quattro dei 13 corpi di ostaggi ancora nelle mani di Hamas a Gaza. Lo ha riferito l’emittente pubblica Kan, sottolineando che nei giorni scorsi il capo di Stato maggiore, Eyal Zamir, ha ricordato al vice presidente Usa J.D. Vance che Tel Aviv ha passato anni cercando di localizzare i resti del soldato Hadar Goldin, ucciso nel 2014 e il cui corpo è da allora nella Striscia. Secondo i funzionari israeliani, Hamas potrebbe facilmente restituire alcune delle salme, anche se il gruppo ha ribadito più volte di aver bisogno di assistenza per localizzarli e recuperarli. Squadre della Croce Rossa e dell’Egitto si sono unite alle squadre di ricerca nell’enclave palestinese.Il Tribunale di Gaza ha pubblicato le sue conclusioni, affermando che Israele sta commettendo un genocidio a Gaza e che “i responsabili israeliani e i loro sostenitori occidentali” non dovrebbero essere autorizzati a sfuggire alla giustizia per i loro crimini. Il tribunale non ufficiale, istituito a Londra lo scorso novembre, ha emesso il suo “giudizio morale” dopo quattro giorni di udienze pubbliche a Istanbul, in Turchia. Presieduta da Richard Falk, ex relatore speciale delle Nazioni Unite sui diritti umani nei territori palestinesi, l’iniziativa si inserisce nella tradizione del “Tribunale Russell”, che nel 1967 ascoltò le testimonianze sui crimini di guerra commessi dagli Stati Uniti in Vietnam. Il processo su Gaza, durato un anno, ha comportato la raccolta di informazioni, l’ascolto di testimoni e sopravvissuti e l’archiviazione delle prove.Ci saranno anche truppe provenienti dal Pakistan, dall’Indonesia e dall’Azerbaigian nella forza internazionale che avrà il compito di stabilizzare la Striscia di Gaza. Lo hanno riferito funzionari della difesa israeliana ai deputati della Commissione Affari Esteri e Difesa della Knesset in un briefing a porte chiuse la scorsa settimana, secondo quanto riportato dal sito di notizie Ynet. L’Indonesia si è offerta pubblicamente di inviare truppe per questa iniziativa e alcuni funzionari hanno dichiarato al Times of Israel che anche l’Azerbaigian ha accettato di inviare soldati.

Articoli correlati

Ultimi articoli