sabato, Novembre 22, 2025

In Argentina netta vittoria del partito di Milei: “Giornata storica”

Era un voto atteso come un pericoloso referendum, si è rivelato inaspettatamente quasi un plebiscito per l’ultraliberista presidente Javier Milei. Le elezioni legislative di metà mandato in Argentina segnano una netta vittoria per il partito La Libertad Avanza (LLA) di Milei, che consolida una presa politica fin qui traballante in Parlamento e gli fornisce un mandato rafforzato per continuare la sua scommessa di tagli radicali allo Stato sociale.L’affluenza al voto si è fermata al 67,85%, al minimo storico dal ritorno alla democrazia nel 1983. Nonostante i sondaggi che parlavano di un testa a testa, LLA ottiene il 40,84% dei voti a livello nazionale, sconfiggendo l’opposizione di sinistra, Fuerza Patria (FP), ferma al 24,50%. La vittoria è confermata anche nella provincia di Buenos Aires, storico bastione del peronismo progressista. LLA aumenta dunque il numero di seggi conquistando 64 deputati. Sebbene il partito resti minoranza in Parlamento, questo insperato successo permetterà a Milei di negoziare alleanze, in particolare con il partito PRO dell’ex presidente Mauricio Macri. Alla conferma del presidente arrivano i complimenti di Donald Trump, che dal social Truth scrive: “Congratulazioni al presidente Javier Milei per la sua schiacciante vittoria in Argentina. Sta facendo un lavoro straordinario! La nostra fiducia in lui è stata giustificata dal popolo argentino”. Negli ultimi mesi, un Parlamento dominato dal centrosinistra di stampo peronista aveva approvato leggi contro le politiche di tagli di Milei, stanziando fondi per l’università, la sanità e le pensioni nonostante i veti presidenziali, respinti grazie a maggioranze qualificate. Il nuovo Parlamento sarà invece più facile da controllare per il presidente. Alla notizia, Milei si autocelebra. Il governo “ha superato la svolta”, dice, ora inizierà a “costruire una grande Argentina”. “Oggi è chiaramente un giorno storico per l’Argentina”, fa sapere dal bunker del partito LLA a Buenos Aires, dove con il suo team festeggia la vittoria. “Ora possiamo tradurre in legge le direttive del Patto di Maggio, potremo discutere le basi per un’Argentina diversa. Abbiamo un’opportunità storica e irripetibile”, dice, sottolineando che “due argentini su tre non vogliono tornare al passato”.  “Siamo 14 punti avanti al kirchnerismo. Gli argentini non vogliono tornare al modello del fallimento. Mai più populismo”, scandisce Milei tra gli applausi dei sostenitori: “A partire dal 10 dicembre avremo il Congresso più riformista della storia”, riferendosi al fatto che con la vittoria nelle legislative di medio termine avrà a disposizione 110 deputati e 20 senatori al Congresso. “Nei primi due anni abbiamo lavorato per garantire che il Paese non precipitasse. L’Argentina era un campo minato e grazie a persone di talento siamo riusciti a emergere. Dobbiamo consolidare il percorso riformista nei prossimi due anni”. Il successo di Milei arriva nonostante un calo di popolarità, dovuto a una serie di scandali e alle sue controverse ricette economiche “lacrime e sangue”: il cui impatto è stato positivo su alcuni indicatori macroeconomici ma ha causato pesanti conseguenze sociali. Il caso recente più eclatante è stato quello del meme-coin “Libra”, una cripto-moneta che Milei aveva promosso sui social e poi era tracollata in borsa rovinando centinaia di investitori, uno scandalo che ha coinvolto la sorella Karina – in odore anche di mazzette per l’acquisto di una commessa di medicinali. Altro evento da cronaca nera è stata l’inchiesta sul candidato di punta della LLA nella provincia di Buenos Aires, Luis Espert, costretto a ritirarsi dalla corsa per i finanziamenti da un signore della droga, sotto processo negli USA. Milei è riuscito a frenare l’iperinflazione, facendola calare da oltre il 200% al 31%, e a raggiungere l’equilibrio fiscale. Il metodo è una drastica riduzione della spesa pubblica, che ha comportato tagli al Welfare e ai servizi pubblici, anche in settori cruciali come l’educazione e la sanità, riducendo sussidi e trasferimenti sociali.  Molti esperti si aspettano ora una possibile svalutazione del peso argentino, che è stato mantenuto artificialmente forte per contenere l’inflazione, una mossa che potrebbe essere vista come necessaria per riallineare l’economia.  La vittoria rafforza anche la relazione di dipendenza di Milei dagli Stati Uniti di Donald Trump, che ha sostenuto il governo argentino con un pacchetto di aiuti finanziari da 40 miliardi di dollari. Il sostegno statunitense è un fattore che da un lato rafforza la legittimazione del governo Milei; dall’altro, alimenta accuse di ingerenza: la sinistra lo descrive come un presidente “comandato da Washington”. Il futuro della presidenza Milei ora sembra dipendere dalla sua capacità di mantenere l’equilibrio fiscale senza che le pesanti conseguenze sociali dell’austerità ultraliberista minino il consenso a lungo termine.

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