sabato, Novembre 1, 2025

Elezioni anticipate in Olanda, I liberali di D66 fermano l’ultradestra di Wilders

Quella che era stata indicata come la potenziale sorpresa delle elezioni anticipate nei Paesi Bassi si è concretizzata in un vero e proprio trionfo: secondo i primi exit poll, il liberale europeista Rob Jetten, leader della formazione D66, è il vincitore inatteso della tornata elettorale. Con una stima di 26 seggi, il 38enne ex ministro per il Clima e l’Energia ha eguagliato l’ultradestra di Geert Wilders, leader del PVV, che si ferma a 26 seggi dopo mesi di dominio incontrastato nei sondaggi pre-elettorali. La notizia, accolta con un boato nel quartier generale dei D66 a Leida, segna un’inversione di tendenza cruciale nel panorama politico olandese e una netta affermazione del fronte europeista. I D66, che al Parlamento Europeo militano nel gruppo Renew, farebbero registrare un guadagno di ben 17 seggi rispetto alle scorse elezioni. “Le forze positive hanno vinto! Voglio lavorare per tutti gli olandesi, perché questo è il Paese di tutti noi!” ha scritto Jetten su X, aggiungendo di aver “detto addio alla negatività e alla politica dell’odio”. L’ultradestra nazionalista di Wilders è la principale sconfitta della notte, perdendo 11 seggi rispetto all’ultima consultazione. Nonostante il leader xenofobo si sia affrettato a rivendicare un “secondo posto che renderebbe il suo partito comunque determinante”, la strada per il governo sembra impervia, data la categorica esclusione di una cooperazione da parte di tutti i principali leader, anche a seguito della sua recente decisione di staccare la spina al precedente esecutivo. Il voto penalizza pesantemente anche un altro nome di spicco della politica europea: Franz Timmermans. Il padre del Green Deal europeo, alla guida dell’alleanza tra Laburisti e Verdi (GroenLinks-PvdA), crolla a 20 seggi, fallendo nel tentativo di realizzare un “campo largo” a tinte olandesi. La delusione per il risultato ha spinto Timmermans a rassegnare le dimissioni dalla guida del partito, assumendosene la “piena responsabilità” e dichiarando di voler cedere il passo alla prossima generazione. Buona invece la performance dei liberali-conservatori del VVD, ex partito dell’ormai dimissionario Mark Rutte, che si aggiudicano 23 seggi. Quella che era stata indicata come la potenziale sorpresa delle elezioni anticipate nei Paesi Bassi si è concretizzata in un vero e proprio trionfo: secondo i primi exit poll, il liberale europeista Rob Jetten, leader della formazione D66, è il vincitore inatteso della tornata elettorale. Con una stima di 26 seggi, il 38enne ex ministro per il Clima e l’Energia ha eguagliato l’ultradestra di Geert Wilders, leader del PVV, che si ferma a 26 seggi dopo mesi di dominio incontrastato nei sondaggi pre-elettorali. La notizia, accolta con un boato nel quartier generale dei D66 a Leida, segna un’inversione di tendenza cruciale nel panorama politico olandese e una netta affermazione del fronte europeista. I D66, che al Parlamento Europeo militano nel gruppo Renew, farebbero registrare un guadagno di ben 17 seggi rispetto alle scorse elezioni. “Le forze positive hanno vinto! Voglio lavorare per tutti gli olandesi, perché questo è il Paese di tutti noi!” ha scritto Jetten su X, aggiungendo di aver “detto addio alla negatività e alla politica dell’odio”. L’ultradestra nazionalista di Wilders è la principale sconfitta della notte, perdendo 11 seggi rispetto all’ultima consultazione. Nonostante il leader xenofobo si sia affrettato a rivendicare un “secondo posto che renderebbe il suo partito comunque determinante”, la strada per il governo sembra impervia, data la categorica esclusione di una cooperazione da parte di tutti i principali leader, anche a seguito della sua recente decisione di staccare la spina al precedente esecutivo. Il voto penalizza pesantemente anche un altro nome di spicco della politica europea: Franz Timmermans. Il padre del Green Deal europeo, alla guida dell’alleanza tra Laburisti e Verdi (GroenLinks-PvdA), crolla a 20 seggi, fallendo nel tentativo di realizzare un “campo largo” a tinte olandesi. La delusione per il risultato ha spinto Timmermans a rassegnare le dimissioni dalla guida del partito, assumendosene la “piena responsabilità” e dichiarando di voler cedere il passo alla prossima generazione. Buona invece la performance dei liberali-conservatori del VVD, ex partito dell’ormai dimissionario Mark Rutte, che si aggiudicano 23 seggi. La vittoria di Jetten e dei D66, una formazione di chiaro stampo europeista che si pone come “voce guida nel plasmare il futuro dell’UE”, è destinata ad avere un impatto sulle posizioni di Amsterdam a Bruxelles. Il successo di Jetten, un ex promessa dell’atletica che in questi mesi ha dettato il ritmo della sfida politica, dimostra come il suo approccio liberale-progressista abbia fatto breccia nell’elettorato, dopo una campagna elettorale tesa incentrata su immigrazione, crisi abitativa e politiche ambientali. Ora, il futuro del governo olandese si giocherà al tavolo delle trattative per la formazione di una coalizione moderata. L’attesa potrebbe essere lunga, come testimoniato dai duecento giorni necessari per formare l’ultimo esecutivo. Un ruolo determinante nella futura maggioranza potrebbe essere giocato anche dal centrista Henri Bontenbal (CDA), il cui slogan “Tempo per la politica normale” non è bastato a superare lo slancio liberista. Nonostante il lieve calo dell’affluenza al 76,3%, la partecipazione resta significativa e conferma la forte tradizione politica dell’elettorato olandese.

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