lunedì, Novembre 3, 2025

Esercitazioni militari Usa a Porto Rico, allarme a Caracas. Trump: “Maduro ha i giorni contati”

Gli Stati Uniti non hanno intenzione di condurre una guerra contro il Venezuela: lo ha affermato il presidente Donald Trump, intervistato dalla rete televisiva Cbs. “Ne dubito. Non credo. Ma ci hanno trattato molto male, non solo per via della droga” ha proseguito, aggiungendo di ritenere che la permanenza al potere del presidente venezuelano Nicolas Maduro abbia “i giorni contati”. Il Capo del Pentagono, Pete Hegseth, in una dichiarazione sempre su X, conferma che l’ultimo attacco aereo condotto dagli Stati Uniti nei Caraibi ha provocato la morte di tre persone. L’attacco rientra in una serie di operazioni condotte dalle forze armate statunitensi in acque internazionali, secondo Washington contro obiettivi legati al narcotraffico. Hegseth ha giustificato il raid, sostenendo che l’intelligence aveva identificato l’imbarcazione: “Questa nave, come tutte le altre, era nota alla nostra intelligence per essere coinvolta nel traffico illecito di stupefacenti”, ha affermato il ministro della Guerra. Hegseth ha specificato l’identità e la posizione delle vittime, etichettandole come attori non statali ostili: “Tre uomini narcoterroristi erano a bordo della nave durante l’attacco, condotto in acque internazionali”. La Russia sta seguendo con “profonda attenzione” l’evolversi della situazione in Venezuela, in particolare in risposta alle crescenti tensioni e alla “pressione militare” esercitata dagli Stati Uniti su Caracas. A dirlo è stato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, in una dichiarazione all’agenzia di stampa Tass. Peskov ha commentato direttamente le indiscrezioni riportate dal Washington Post, secondo cui il presidente venezuelano Nicolás Maduro avrebbe inviato una richiesta formale a Vladimir Putin per l’invio urgente di missili, radar e aerei da combattimento. Alexei Zhuravlev, primo vicepresidente del Comitato di difesa della Duma di Stato russa (Camera bassa del parlamento), ha evocato la possibilità per Mosca di fornire a Caracas missili russi Oreshnik o Kalibr, ricordando che il Venezuela riceve già armi dal Cremlino. Pur non confermando o smentendo l’eventuale fornitura di armamenti, Peskov ha sottolineato la posizione della Russia: “Stiamo monitorando da vicino la situazione in Venezuela… Vogliamo che tutto rimanga pacifico e non vogliamo che sorgano nuovi conflitti nella regione. Il mondo è già pieno di conflitti, non ne abbiamo bisogno di nuovi”. Questa dichiarazione arriva poco dopo un importante rafforzamento delle relazioni bilaterali: lo scorso 21 ottobre, la Duma di Stato russa ha ratificato il trattato di partenariato strategico e di cooperazione tra Russia e Venezuela. Secondo il vice ministro degli Esteri russo, Sergey Ryabkov, tale ratifica acquisisce una rilevanza cruciale proprio in virtù della “forte pressione senza precedenti che gli Stati Uniti stanno esercitando su Caracas”, ribadendo il sostegno di Mosca al governo di Maduro e l’interesse a mantenere la stabilità nella regione. Trinidad e Tobago ha posto il suo apparato militare in “massima allerta” e ha ordinato alle truppe di rientrare nelle caserme, secondo un messaggio diffuso dalle autorità di sicurezza. L’allarme arriva nel contesto del dispiegamento militare statunitense nei Caraibi contro il traffico di droga, che il Venezuela considera una “minaccia di cambio di regime”.
“Con effetto immediato, la Trinidad and Tobago Defence Force è in livello di allerta uno. Tutti i membri devono presentarsi alle rispettive basi”, si legge nel messaggio rivolto agli ufficiali. La polizia ha annullato “tutti i permessi”, secondo i media locali. Da parte sua, l’agenzia di stampa Efe ha riferito che alti esponenti hanno tenuto riunioni a porte chiuse per diverse ore prima di ordinare il rientro dei soldati alle basi.

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