Muri, soffitti anneriti, la fuliggine ovunque fino al terrazzo. L’odore di bruciato che toglie ancora il respiro. Nell’androne della palazzina, a terra, i resti del quadro elettrico fatto saltare. Un inferno di fuoco, molotov fatte esplodere dentro e fuori lo stabile, all’1 e 30 di lunedì, quando tutti dormivano. Una trappola di fiamme e fumo da cui, solo per miracolo, sono riusciti a fuggire i condomini. Residenti ancora senza corrente e quasi senza nemmeno più la forza di parlare. La Scala F, delle cosiddette Case Arlecchino, in via Guido Rossa, a Latina, tornata sotto attacco. Nemmeno due mesi fa, lo stesso ingresso era stato stato incendiato con un secchio con dentro liquido infiammabile. Si pensò a un avvertimento, ai residenti che avevano osato mettere un faro della luce e potare le aiuole. Ostacoli per gli spacciatori che agiscono con il favore del buio e nel verde nascondono le dosi.
Adesso l’intimidazione più inquietante. Una strage sfiorata su cui indaga la Squadra Mobile pontina. Poche ore prima dell’attentato, Carabinieri e Ater avevano sgomberato di un appartamento al primo piano occupato da due pusher, arrestati mesi prima. Difficile pensare a una coincidenza. Sempre in via Rossa, a settembre erano stati fatti saltare un portone, ora riparato, e una macchina. I cortili, gli stabili, diventati teatri di guerra: una interna, fatta a chi osa disturbare gli affari, e una esterna, scatenata da chi un tempo gestiva la piazza e ora vuole riprendersela.
Nuovo raid alle case Arlecchino di Latina. Indaga la Squadra Mobile






