Nel pieno del dibattito sulla legge di Bilancio, torna al centro dell’arena politica uno dei temi più divisivi degli ultimi anni: la patrimoniale. A rilanciare la proposta è il “campo largo” del centrosinistra, che la considera uno strumento utile a ridurre le disuguaglianze e finanziare settori chiave come sanità, scuola e welfare. Immediata la replica della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che sui social ha respinto con decisione l’ipotesi: «Le patrimoniali ricompaiono ciclicamente nelle proposte della sinistra. È rassicurante sapere che, con la destra al Governo, non vedranno mai la luce». “Con Giorgia Meloni al governo la pressione fiscale è salita al 42,8%, il massimo degli ultimi dieci anni. Lo dicono i dati del governo, non del PD – replica alla premier la segretaria del Pd Elly Schlein -. Il governo Meloni ha aumentato le tasse per tutti. E come se non bastasse nella prossima manovra interviene sull’IRPEF e aiuta di nuovo i più ricchi anziché il ceto medio che si è impoverito. Lo dice l’ISTAT, che l’85% delle risorse andranno alle famiglie più ricche. Con che faccia stamattina si sveglia e attacca le opposizioni? Il suo governo verrà ricordato come quello dei salassi per famiglie e imprese italiane e per gli aiuti ai più ricchi”. Un messaggio che conferma la linea netta dell’esecutivo contro qualsiasi forma di tassazione aggiuntiva sui patrimoni. Ma la tensione politica non si limita al fronte fiscale. A infiammare il dibattito è anche lo sciopero proclamato dalla Cgil, accusato da una parte della maggioranza di avere una natura “politica”. Intervenendo alla Settima Conferenza nazionale sulle dipendenze all’Auditorium della Tecnica di Roma, il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha attaccato duramente il sindacato guidato da Maurizio Landini: «Quello della Cgil è uno sciopero politico, l’unico che rompe l’unità sindacale. Mi pare ci sia un isolamento politico della Cgil: non firma i contratti, organizza scioperi sempre di venerdì. Evidentemente qualcosa non funziona, perché il resto del mondo sindacale è su posizioni diverse». Tajani ha poi lasciato intendere che alla base della mobilitazione ci possa essere anche una dimensione personale del segretario generale: «Forse Landini ha delle mire politiche, forse vuole fare il leader della sinistra. È legittimo, io faccio solo un’analisi politica». Nel frattempo, il governo punta a blindare la manovra, mentre l’opposizione prepara una nuova offensiva parlamentare su fisco e diritti sociali. Il clima resta teso e lo scontro sulla patrimoniale e sul ruolo dei sindacati torna a segnare una delle fasi politiche più accese di questa stagione.
Patrimoniale e sciopero Cgil infiammano il confronto politico Meloni-Schlein sulla legge di Bilancio






